Dodici miliardi di euro a fronte di 521 proposte dichiarate ammissibili a livello nazionale. Sono i numeri del Piano nazionale per gli interventi nel settore idrico (PNISSI). Una maxi operazione, che dovrebbe servire a rilanciare il settore idrico, presentata nei giorni scorsi durante la cabina di regia alla quale ha preso parte il vice presidente […]
Foto di Alex Borland
Presentato al ministero il nuovo piano per il settore idrico. Investimenti da 12 miliardi. Per la Sicilia 92 milioni di euro
Dodici miliardi di euro a fronte di 521 proposte dichiarate ammissibili a livello nazionale. Sono i numeri del Piano nazionale per gli interventi nel settore idrico (PNISSI). Una maxi operazione, che dovrebbe servire a rilanciare il settore idrico, presentata nei giorni scorsi durante la cabina di regia alla quale ha preso parte il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini. Sono state raccolte e valutate, da una apposita commissione, 562 proposte di cui 521 dichiarate ammissibili e 41 non ammissibili o annullate dagli stessi proponenti.
Dalle proposte ammissibili, classificate in 4 classi (A,B,C,D) secondo criteri oggettivi definiti dalle norme, è scaturita la proposta di Piano, composta dalle tre classi A, B e C, con 418 interventi, per un importo di circa 12 miliardi di euro. Nel primo insieme rientra anche il territorio della Sicilia. Stando alla tabella dello stralcio attuativo pubblicata sul sito web del ministero per l’Isola ci sarà spazio per quattro realizzazioni. Al vertice della graduatoria ci sono Veneto e Lombardia, rispettivamente con sette e sei interventi. «Le richieste da parte dei vari territori sono state molto differenziate, anche in relazione alla quantità di interventi già approntati con livelli di progettazione avanzati – fanno sapere dal ministero – La norma prevede comunque che il Mit aggiorni la pianificazione periodicamente, al fine di permettere a tutti di poter presentare le proposte che oggi non erano ancora mature».
Tra i progetti prioritari c’è quello relativo al consolidamento e la messa in sicurezza della diga Disueri, in provincia di Caltanissetta. Secondo i dati del dipartimento regionale dell’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, all’1 aprile 2024 nella diga Disueri, che avrebbe una capacità di 23,6 Mmc, ne conteneva appena 0,38, in ulteriore discesa rispetto a marzo 2024. La sua profondità massima a invaso pieno è di 34 metri, con un volume di acqua di 14 milioni di metri cubi. Altro appalto ritenuto prioritario è quello della rete collegata alla diga di Gerbini, che serve per approvvigionare la piana di Catania, un’opera strategica, insieme alla diga di Pietrarossa.
Illustrato, durante la cabina di regia, anche un primo stralcio di programmazione finanziato con circa 900 milioni di euro del Mit, che potrà essere approvato subito dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto interministeriale di approvazione del PNISSI, oltre a 50 milioni di euro per incentivare l’avanzamento delle progettazioni delle opere già pianificate, «affinché possano raggiungere la programmazione più velocemente».