«Oggi Stefano compie 40 anni». È con queste parole che Rossella Accardo esordisce alla presentazione della fondazione Marco e Stefano Maiorana, uno strumento giuridico in più con cui i familiari delle persone scomparse vogliono chiedere verità e giustizia. «Vogliamo che siano riaperte immediatamente le indagini. Molte delle persone scomparse in Sicilia sono vittime di lupara […]
Proposta di legge per le persone scomparse: «Servono indagini celeri e uno speciale nucleo investigativo»
«Oggi Stefano compie 40 anni». È con queste parole che Rossella Accardo esordisce alla presentazione della fondazione Marco e Stefano Maiorana, uno strumento giuridico in più con cui i familiari delle persone scomparse vogliono chiedere verità e giustizia. «Vogliamo che siano riaperte immediatamente le indagini. Molte delle persone scomparse in Sicilia sono vittime di lupara bianca e non ne sappiamo nulla», precisa ancora Accardo, presidente della fondazione e mamma dei due ragazzi: Marco, morto suicida, e Stefano, scomparso insieme al padre Antonio. Con la fondazione che ha proprio lo scopo di tenere alta l’attenzione sul caso di Stefano e Antonio Maiorana, scomparsi il 3 agosto del 2007, ma non solo. «Abbiamo molti obiettivi – dichiara Guglielmo Conigliaro, avvocato e vicepresidente della neonata fondazione – Vogliamo innanzitutto dare voce a tutte quelle persone che non si trovano più. Chiediamo che le indagini non vengano avviate dopo 48 ore, ma subito dopo la segnalazione della scomparsa. Abbiamo presentato un disegno di legge, che istituisce un nucleo speciale investigativo scomparsi che possa attivarsi immediatamente con le ricerche».
Sono tantissime le famiglie che appoggiano il ddl presentato dalla fondazione Marco e Stefano Maiorana. In Italia, infatti, le persone scomparse e mai più ritrovate sono 63.620, come ricorda Carmela Sauro: «Mio marito, Giuseppe Bruno, è scomparso il 27 maggio 2004 da Villarosa, in provincia di Enna – racconta -. Aveva appuntamento con Maurizio Nicosia: mio marito aveva prestato dei soldi al fratello e Maurizio aveva promesso di restituirglieli, ma è andato da loro e non è più tornato. Io conoscevo bene mio marito, per cui ho capito subito che qualcosa non andava e che da quella fattoria lui non è più uscito vivo». Solo 13 anni dopo, sono arrivati gli arresti e le notizie sul caso. «All’epoca avevo una figlia di 16 anni e l’altra incinta, oltre agli altri due figli maschi – racconta ancora la signora Sauro -. Non sapevo dove scappare. Durante la conferenza stampa sugli arresti, il procuratore ha detto che mio marito è stato strangolato, fatto a pezzi con una motosega e dato in pasto ai maiali. Motivo per cui io non ho neanche una tomba alla quale portare un fiore. Chiedo che vegano utilizzati gli strumenti necessari affinché cose del genere non accadano più».