Sarà il prefetto in pensione Piero Mattei a guidare il Comune di Catania fino alle prossime elezioni comunali che si terranno in primavera. La giunta regionale ha firmato il decreto di nomina per sostituire il commissario straordinario nominato mesi fa, Federico Portoghese, che non avrebbe avuto i requisiti per continuare il mandato affidatogli sempre dalla stessa […]
Un prefetto alla guida del Comune di Catania. Revocato il commissario Portoghese
Sarà il prefetto in pensione Piero Mattei a guidare il Comune di Catania fino alle prossime elezioni comunali che si terranno in primavera. La giunta regionale ha firmato il decreto di nomina per sostituire il commissario straordinario nominato mesi fa, Federico Portoghese, che non avrebbe avuto i requisiti per continuare il mandato affidatogli sempre dalla stessa giunta. Nato a Pietrasanta (in provincia di Lucca), Mattei ha 69 anni ed è laureato in Giurisprudenza all’università di Palermo, ha prestato servizio presso le prefetture di Enna, Agrigento, Potenza, Palermo, Reggio Calabria (Alto commissariato antimafia), Salerno, Oristano, Crotone e Vicenza.
Intanto, proprio ieri il commissario Portoghese ha inviato all’assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica delle integrazioni alla richiesta di archiviazione del procedimento amministrativo della sua revoca. Due settimane fa, infatti, era arrivato il parere negativo dall’ufficio legislativo e legale della presidenza della Regione sui requisiti di Portoghese da ex direttore generale dell’Università di Catania. Al centro della questione c’è una legge che riguarda l’inclusione o meno di professori universitari, ricercatori e dirigenti delle università statali tra i soggetti dotati di quella «professionalità amministrativa» che consente di accedere alla nomina di commissario straordinario. Per la Regione – che appena qualche mese fa lo aveva nominato commissario straordinario del Comune e, ancora prima, della Città metropolitana di Catania – Portoghese non avrebbe quella «professionalità». Una tesi che l’ex direttore generale di UniCt ha tentato di smontare con delle controdeduzioni. A cui ieri sono seguite anche delle integrazioni.
Secondo il ragionamento fatto a Palermo, i dipendente tecnici e amministrativi e i docenti delle Università statali non potrebbero considerarsi dipendenti dello Stato. E, quindi, non potrebbero ricoprire l’incarico di commissari straordinari. «Le Università, pur essendo enti pubblici autonomi – si legge nel documento presentato alla Regioni dagli avvocati Stefano Polizzotto e Massimiliano Cassibba e firmato anche dallo stesso Portoghese – siano da ricomprendere, per quanto concerne le controversie individuali di lavoro, tra le amministrazioni pubbliche equiparate a quelle statali». In sostanza, facendo riferimento alla legge 168 del 1989 e al successivo aggiornamento del 7 dell’agosto 2015, per l’ormai ex commissario straordinario l’attenzione andrebbe «focalizzata sul concetto di equivalenza tra amministrazione pubblica e
amministrazione dello Stato. Dunque – viene messo nero su bianco nel documento – per amministrazioni pubbliche devono intendersi, per quel che qui interessa, tanto quelle statali, quanto le Università». C’è da attendere se e come la Regione risponderà a queste controdeduzioni.
Intanto è arrivata una nota in cui il governatore Renato Schifani chiarisce che «alla vigilia di un periodo particolarmente delicato come quello delle elezioni amministrative, abbiamo voluto affidare la guida del Comune a un ex prefetto di grande esperienza amministrativa che possa condurre, con autorevolezza e serenità, la città di Catania al voto per eleggere il nuovo sindaco e il Consiglio comunale». A fargli eco è anche l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina: «Abbiamo proceduto alla nomina nel più breve tempo possibile per evitare una vacatio istituzionale. Sono certo – aggiunge – che il nuovo commissario assicurerà imparzialità e competenza per avere già svolto lo stesso incarico in molti altri Comuni italiani».