Questo pomeriggio è prevista la discussione dell'atto interno relativo alle procedure di reclutamento speciali. Ma l'orientamento dell'ateneo è di non utilizzare la norma che permettere di stabilizzare 53 persone. Delusi i sindacati: «Nei confronti di chi lavora esistono diritti da rispettare»
Precari Unipa, i sindacati contro la mancata convocazione «Incomprensibile la scelta di non usare la circolare Madia»
Sulla stabilizzazione dei 53 precari dell’Università di Palermo Flc Cgil, Nidil e Cgil Palermo esprimono rammarico per non essere non stati convocati dopo l’impegno preso dal rettore e dal direttore generale in occasione del sit-in dei sindacati del 6 giugno scorso. I vertici dell’ateneo avrebbero dovuto incontrare Flc, Nidil e Cgil, prima della odierna riunione del consiglio d’amministrazione, per un incontro di studio della circolare Madia per il superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni.
Il confronto non c’è mai stato e questo pomeriggio, all’ordine del giorno del cda, è prevista la discussione dell’atto interno relativo alla procedure di reclutamento speciali con la circola Madia del 23 novembre scorso. Ma l’orientamento dell’ateneo è di non utilizzare la circolare Madia per assumere i 53 precari storici. Da qui la doppia protesta dei sindacati: impegno disatteso e riunione saltata. «Ad oggi è stata data solo alla Flc una informativa su questo atto interno, a margine di un’altra riunione. È saltata la discussione con tutti e tre i soggetti interessati, malgrado l’impegno preciso che era stato preso davanti a una delegazione di precari – dichiarano i segretari generali di Flc Cgil Palermo, Franca Giannola, Nidil Cgil Palermo, Andrea Gattuso e Cgil Palermo, Enzo Campo – Risultano incomprensibili le scelte dell’ateneo di non utilizzare le procedure di reclutamento della circolare Madia, che permetterebbero l’aumento della platea degli stabilizzati e garantirebbero vantaggi fiscali e finanziari per l’ateneo».
Flc Cgil, Nidil Cgil e Cgil Palermo chiedono un piano triennale di assunzione in cui rientrino le figure professionali dei precari coinvolti, giovani laureati tra i 30 e 45, impiegati in ruoli amministrativi presso il Cot, nei dipartimenti e nelle scuole, con contratti annuali o pluriennali. «Sono lavoratori che per decenni hanno lavorato negli uffici dell’università. Esprimiamo profonda preoccupazione, anche alla luce del fatto che i contratti di collaborazione coordinata e continuativa di questi lavoratori, ai sensi della normativa vigente, non potranno più essere rinnovati a partire dal 2019 – aggiungono Giannola, Gattuso e Campo – L’ateneo di Palermo è il centro della diffusione della cultura e delle competenze ma è anche una sede che occupa tanti lavoratori. E nei confronti di chi lavora esistono diritti da rispettare che non vanno disattesi».