Precari siciliani, da Roma arriva il colpo di grazia. Agneddu e sucu e finiu ‘u vattiu?

NESSUNA DEROGA AL PATTO DI STABILITA’ E UN UOVO EMENDAMENTO, TARGATO PD, CHE VINCOLA LE PROROGHE ALLE PIANTE ORGANICHE

Si affievoliscono le speranze di stabilizzazioni (e di proroghe) per l’esercito di precari della Pubblica amministrazione siciliana.

Ieri, da Roma, è arrivato un segnale chiaro: nessuna deroga al Patto di stabilità. La Camera dei deputati ha modificato il testo approvato dal Senato (parliamo del decreto 101 varato ad Agosto che deve essere convertito in legge entro il 30 Ottobre) imponendo nuovi limiti che saranno devastanti per i precari dell’Isola (il testo ora torna a Palazzo Madama).

In pratica, per eventuali proroghe dei contratti, non solo dovrebbe essere garantita la copertura finanziaria degli enti senza sforare i limiti del Patto di stabilità  (cosa impossibile per i bilanci pubblici), ma vengono subordinate anche alle disponibilità previste negli organici. Che nella maggior parte dei casi sono pari a zero.

“In sintesi, se si proroga un contratto di livello C o B, il Comune deve impegnarsi a bandire concorsi per lo stesso numero di persone in queste due categorie, rispettando le piante organiche attuali – dice il deputato di Sel Erasmo Palazzotto -. Peccato però che molti Comuni non abbiano tutti questi posti disponibili e così diversi Sindaci rischiano di non poter garantire nemmeno la proroga dei precari”.

A proporre l’emendamento che peggiora il quadro con lo steccato delle piante organiche è stato il PD (con qualche firma di Scelta civica). C’è da dire che la crisi del Governo Letta mette in dubbio che l’iter parlamentare del decreto possa essere portato a termine.

Ma in Sicilia è già allarme. La Cgil Funzione pubblica ha lanciato un invito a Cisl e Uil a intraprendere “un percorso unitario di mobilitazione per affrontare problematiche che non trovano risposta nel Governo”.

Intanto, anche il deputato regionale di Articolo 4, Lino Leanza punta il dito contro le nuove restrizioni:

“Il prossimo 30 ottobre scadranno i termini per la trasformazione in legge del decreto sul riordino del precariato nella pubblica amministrazione e il decreto è ancora lontano dal completamento del percorso. Non vorremmo che il lavoro sinergico e virtuoso compiuto dal Ministro D’Alia, dal Presidente Crocetta e dai deputati nazionali eletti in Sicilia fosse vanificato dall’eventuale decadenza o da modifiche particolarmente restrittive dell’ultima ora”.

“E’ questo, infatti, il rischio  che sembra prendere corpo – aggiunge Leanza – e ciò getterebbe nello sconforto decine di miglia di precari a cominciare dai circa 24 mila precari siciliani. Occorre la massima attenzione da parte di tutti: sindacati, deputati nazionali eletti in Sicilia, istituzioni siciliane, Presidente della Regione, giunta di governo, per scongiurare questa ipotesi”.

“Non è abolendo i precari che si abolisce il precariato – conclude il leader di Articolo 4 – . Facciamo appello a tutte le forze sociali e politiche in campo ed a tutti i livelli istituzionali perché, con grande unità di intenti, si lavori per evitare che possa compiersi un atto di vera e propria macelleria sociale gettando 20 mila persone nella disperazione assoluta, ed un atto di ingiustizia nei confronti anche dei cittadini tagliando tutti quei servizi essenziali che sono spesso gestiti grazie all’opera proprio di questi precari”

 


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