precari sotto ricatto e presi in giro e dipendenti di ruolo (comparto e dirigenza) unici in italia senza rinnovo contrattuale e privati di ogni riconoscimento professionale e miglioramento di carriera. È questa la sintesi della politica del personale del governo lombardo eseguita dallassessore regionale caterina chinnici.
Precari, governo irresponsabile
Precari sotto ricatto e presi in giro e dipendenti di ruolo (comparto e dirigenza) unici in Italia senza rinnovo contrattuale e privati di ogni riconoscimento professionale e miglioramento di carriera. È questa la sintesi della politica del personale del governo Lombardo eseguita dallassessore regionale Caterina Chinnici.
Questo si legge in un comunicato diffuso dai Coba Codir della Regione siciliana.
Come avrebbe potuto prevedere anche il più sprovveduto peone – si legge sempre nel comunicato – il commissario dello Stato ha censurato il disegno di legge governativo che avrebbe dovuto definire la stabilizzazione dei precari nelle fasce apicali della Regione siciliana: effetto di questa manovra a dir poco irresponsabile è stato quello di mettere a repentaglio la stessa proroga dei contratti a tempo determinato. Il Cobas Codir, perciò, ha chiesto e ottenuto una proroga dei contratti per potere mettere in campo una nuova, diversa, realistica e più seria strategia per la stabilizzazione sostenibile e compatibile con le leggi.
Questa organizzazione sindacale – prosegue il comunicato – ha già più volte denunciato come il presidente Lombardo e i suoi fidi scudieri avessero messo in piedi la solita presa per i fondelli nei confronti del personale a tempo determinato della Protezione Civile, dellex Arra e altri, promettendo loro, attraverso la formulazione di questo disegno di legge (palesemente carente di legittimità) unimprobabile assunzione nelle qualifiche apicali del comparto non dirigenziale. Affermare, infatti, che le motivazioni addotte dal Commissario vanno iscritte alla sola mancanza di copertura finanziaria è una interpretazione ancora una volta tendente alla presa in giro. Il Commissario ha solo individuato nella mancata copertura finanziaria il primo e più evidente motivo di impugnativa, con riserva di presentazione di memorie illustrative nei termini di legge.
Daltra parte – si legge ancora nel comunicato – la volontà del governo Lombardo di volere bandire un concorso per 1.457 posti arrivava, in modo sospetto, solo dopo qualche giorno che il presidente stesso aveva detto che i dipendenti regionali sono in esubero e che li avrebbe ridotti a tremila. A tali dichiarazioni, aveva fatto eco anche lassessore Chinnici dichiarando a Striscia la notizia che alla Regione Siciliana non ci saranno altre assunzioni. Con estrema serietà, lealtà e senso di responsabilità il Cobas Codir aveva già proposto una soluzione compatibile con le leggi e che risolverebbe, per sempre, il problema affrancando i lavoratori dalle catene e dallanatema della politica, senza intaccare le posizioni acquisite, nel rispetto anche degli altri ex-precari già stabilizzati in A e B (che hanno rinunciato ai profili di avviamento al lavoro in C e D) e degli stessi dipendenti di ruolo che – pur in possesso di titoli e anzianità di servizio – si vedono negato dal governo Lombardo il diritto a qualsivoglia percorso di carriera.
Il Cobas Codir – proegue ancora il comunicato – ribadisce, quindi, la proposta: assunzione immediata a tempo indeterminato nelle società partecipate della Regione (a totale capitale pubblico) dove, fra laltro, è già prevista lapplicazione del contratto del Comparto Regione siciliana; quindi, stesso trattamento economico e giuridico già in godimento. Per rendere esecutiva questa proposta necessita unapposita delibera della giunta regionale presieduta da Raffaele Lombardo in cui nessun commissario dello Stato può intervenire. Lalternativa è lassunzione senza concorso nelle categorie A e B della Regione, in linea con la vigente normativa, e senza il rischio di impugnativa. Ma, a quanto pare, le società miste non si toccano: rappresentano lultima riserva di caccia della casta dove fare assumere solo amici e parenti dei politici, dei dirigenti generali e dei capi di gabinetto.
Il governo, cinicamente, vuole invece riproporre la norma così come già impugnata dal Commissario dello Stato, consapevole che sarà nuovamente censurata per andare in giudizio davanti la Corte Costituzionale. Lo scontro annunciato con il Commissario dello Stato – conclude il comunicato – e il rinvio alla Corte Costituzionale (che non potrà che ribadire la consolidata giurisprudenza in materia di accesso nella publica amministrazione) è solo sulla pelle dei precari!