«A Porto Empedocle (in provincia di Agrigento, ndr), negli scorsi anni, è stata realizzata una inutile e dannosa colmata a mare. Ancora oggi, dopo diversi anni dall’inizio dei lavori, si cerca di capire cosa farci. Ora addirittura si torna a parlare della grande opera: il rigassificatore». A lanciare l’allarme sono gli attivisti ambientalisti dell’associazione locale […]
La denuncia di Mareamico: «Il molo di Porto Empedocle rischia di collassare»
«A Porto Empedocle (in provincia di Agrigento, ndr), negli scorsi anni, è stata realizzata una inutile e dannosa colmata a mare. Ancora oggi, dopo diversi anni dall’inizio dei lavori, si cerca di capire cosa farci. Ora addirittura si torna a parlare della grande opera: il rigassificatore». A lanciare l’allarme sono gli attivisti ambientalisti dell’associazione locale Mareamico che lamentano anche il fatto che, nel frattempo, «il castello di cartone va in malora a causa di lavori fatti senza scrupoli da imprese quantomeno scorrette e tecnici compiacenti», denunciano.
«Si assiste infatti allo sgretolamento dei massi in conglomerato cementizio collocati – sostengono da Mareamico – in modo scriteriato, nella parte terminale della mantellata di ponente della sopra richiamata colmata. I massi che avrebbero dovuto proteggere la colmata, costata tanti, tantissimi miliardi di vecchie lire oggi, per difetto di aggregante cementizio, si sgretolano per l’effetto dei vortici che si creano nella parte della testata della mantellata che penetrano dentro i massi artificiali erodendoli dall’interno, anche attraverso il fenomeno della carbonatazione». Una questione che sta a cuore agli ambientalisti che vorrebbero si trovasse una soluzione per arginare il problema. «In questo modo, diminuisce il peso dell’ammasso portandolo al collasso e facendo mancare la funzione di difesa della colmata. Insomma, anziché avere massi pesanti di conglomerato cementizio a difesa della colmata ci troviamo di fronte a bignè di pasta cementizia», concludono da Mareamico.