I militanti hanno organizzato una protesta davanti l'entrata della sede palermitana dello storico marchio d'abbigliamento. La società è anche la principale azionista di Autostrade per l'Italia. Al grido di «pagherete caro, pagherete tutto», è stato diffuso un volantino di rivendicazione ed esposto uno striscione
Ponte Morandi, sit-in dei centri sociali alla Benetton «A Genova strage di Stato, basta con lo scaricabarile»
«Il crollo del ponte Morandi, a Genova, è stata una strage di Stato». Lo dice al megafono Giorgio Martinico, portavoce dei centri sociali di Palermo che hanno organizzato per questa mattina un blitz davanti il negozio Benetton, in via Ruggiero Settimo. I militanti hanno organizzato un sit-in davanti l’entrata della sede palermitana dello storico marchio d’abbigliamento. La società è anche la principale azionista di Autostrade per l’Italia, la società che gestisce – attraverso la concessione statale – numerose autostrade e strade del Paese, tra cui appunto la circonvallazione del capoluogo ligure. Gli esponenti dei centri sociali, al grido di «pagherete caro, pagherete tutto», hanno diffuso un volantino di rivendicazione dell’azione ed esposto uno striscione in cui era scritto ‘Benetton, intrallazzi, affari, stragi. Basta profitti sulle nostre vite‘.
«Il crollo del ponte di Genova ha significato 42 vittime – continua Martinico – E mentre si discute di penali sì o penali no, noi lo sappiamo chi è stato. Le carte dicono chi ha firmato le concessioni delle autostrade a tutto vantaggio dei privati, a partire dalla Lega che ora è al governo. Invece oggi si gioca allo scaricabarile e si assiste a una insopportabile ipocrisia, con lo Stato che prima causa i morti e poi finge di piangerli». Per i centri sociali, che ricordano come negli ultimi due anni siano crollati ben quattro ponti, la responsabilità dunque non è solo dei privati. E il motivo è sempre lo stesso: il profitto di pochi a danno di molti, come viene ripetuto dai militanti.
«Sappiamo che la strage di Genova non è la prima e non sarà l’ultima – afferma ancora Martinico – Assistiamo infatti a una gestione della cosa pubblica dove ha più importanza la costruzione di grandi opere inutili, rispetto alla manutenzione e al potenziamento delle infrastrutture esistenti. Una gestione che impone, anche qui in Sicilia, il pagamento del pedaggio autostradale al Consorzio per le Autostrade Siciliane (che il governo Musumeci vuole sostituire con Anas … ndr). Un pedaggio che garantisce alla Regione incassi milionari. Sono soldi – conclude – che non vengono utilizzati in investimenti per la messa in sicurezza delle nostre strade».