Il cantiere non è ancora partito e la possibilità a oggi di tornare a percorrere l'asse viario che scavalca il fiume Oreto a 70 chilometri all'ora sembra ancora lontanissima. Al momento infatti le finanze dovrebbero bastare solo per coprire il completamento della progettazione
Ponte Corleone, ancora ritardi sui lavori previsti Problemi con i fondi, tra iter infiniti e casse vuote
I lavori sarebbero dovuti iniziare entro luglio, ma ponte Corleone resta sempre quel grande rallentamento su viale Regione Siciliana che tutti da anni tristemente conoscono, con il limite di velocità che resta bloccato sui trenta chilometri orari. Il ponte andrebbe anzitutto messo in sicurezza, ma nell’intenzione dell’amministrazione comunale c’è la volontà di raddoppiare le carreggiate. Un upgrade che consentirebbe di chiudere il ponte solo una carreggiata per volta durante i lavori, senza arrecare troppi danni al traffico. Sempre ammesso che i lavori partano.
Il problema sono le casse vuote. Perché se è vero che il Comune ha trovato centomila euro recuperati da un accordo quadro da quasi tre milioni rimasto parcheggiato dal 2018, è vero anche che questi soldi basteranno giusto per finanziare il completamento del progetto. Un impresa da 17 milioni di euro tra fondi ex AgenSud e Patto per Palermo, l’appendice del Patto per il Sud targato Renzi, di cui però nelle casse romane non c’è traccia. Almeno secondo quanto risposto dal ministero al Comune dopo l’ennesima sollecitazione.
Starà adesso all’assessora Prestigiacomo e agli uffici recuperare i fondi per consentire all’Anas di aprire il cantiere. Anas che prende in mano la situazione grazie a un protocollo d’intesa firmato con palazzo delle Aquile, forse ancora scottato dalla vicenda Cariboni, azienda che si sarebbe dovuta già anni addietro occupare del ponte Corleone, ma alla quale venne revocato l’incarico. Il problema è che tra qualche settimana prenderà servizio il commissario che si dovrà occupare sui lavori del ponte, ritenuto una delle opere più urgenti per l’intero Paese dal governo Draghi. Commissario che è stato individuato in Matteo Castiglioni, che tuttavia è anche un dirigente dell’Anas, motivo per cui si troverebbe a dover giocare il doppio ruolo di controllore e controllato. Insomma la strada verso la normalizzazione del traffico, a Palermo, è ancora molto in salita.