Potrebbe diventare, col passare dei giorni, una vera e propria emergenza la costante chiusura del distaccamento dei vigili del fuoco di Paternò di via Contessa Adelaide. In meno di un mese la caserma dei pompieri per nove volte è rimasta sbarrata. In passato la caserma è stata non operativa in modo sporadico così come altri distaccamenti territoriali, vedi Adrano o Catania Nord e Catania Sud. I vigili del fuoco paternesi solitamente gestiscono le chiamate di emergenza di Paternò, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Motta Santa Anastasia, Castel Di Judica, Ramacca e Raddusa, nonché alcune aree dei Comuni di Nicolosi, Camporotondo Etneo e San Pietro Clarenza.
Nei casi in cui si deve registrare la mancata operatività dei pompieri paternesi, i territori di cui dovrebbero occuparsi loro vengono coperti dai colleghi adraniti, di San Giovanni Galermo o della centrale di via Cesare Beccaria, a Catania. Adesso, a denunciare lo stato di disagio sono i sindacati di categoria Conapo e Usb. In base a quanto si apprende, il distaccamento è in sofferenza perché i componenti di una squadra dei pompieri di Paternò, circa tre settimane fa, sono rimasti feriti in un incidente stradale avvenuto nel centro cittadino mentre si dirigevano in periferia. I tre vigili del fuoco coinvolti sono stati trasportati in pronto soccorso ed è stata loro attribuita una prognosi di oltre venti giorni.
Vista la carenza di personale ormai nota che affligge tutta la provincia, non è possibile sostituire le tre unità in attesa che si riprendano. «Quando un distaccamento resta chiuso è un fatto grave – dice Santo Re, segretario provinciale di Conapo – I tempi di intervento si allungano con l’allungarsi delle distanze. Abbiamo chiesto a più riprese, e a diversi livelli, di attuare una mobilità straordinaria per il comando di Catania, rafforzando l’organico attuale». Ma non è stato possibile. Secondo il sindacalista, rispetto all’organico necessario sono attualmente in servizio circa 150 persone in meno.
«Siamo stanchi di ricevere solo pacche sulle spalle – prosegue Re – vogliamo fatti. Il comando dei pompieri del capoluogo etneo compie circa 18mila interventi l’anno. Siamo dietro solo a città come Milano e Torino. Servono almeno 600 unità, ne abbiamo 450». Sulla stessa lunghezza d’onda Carmelo Barbagallo, segretario regionale Usb: «Non solo il comando è sottodimensionato, ma le attrezzature e gli automezzi sono carenti sotto vari punti di vista. Le istituzioni devono smettere di giocare con la salute dei vigili del fuoco».
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