Nel partito di Berlusconi si lavora alle liste, fra veti e spinte da possibili nuovi apporti. Come quello di Valentina Scialfa e l'ancor più autorevole nome del senatore di Paternò, cui non sarebbe perdonata la sbandata fra le braccia di Alfano. In ballo anche le riserve di Pogliese, le ricandidature degli uscenti ed il nodo quote rosa
Politiche, le ambizioni dentro Forza Italia Cercasi donne, malumori su Salvo Torrisi
Qualcuno lo ammette, anche se a denti stretti. Per Forza Italia subito dopo le vittoriose Regionali – a Catania benedette anche dal celebrarsi del patto dell’arancino – il profilarsi all’orizzonte delle elezioni politiche sembrava in discesa. Sull’onda di una base galvanizzata e di un partito che aveva ritrovato certezze non solo elettorali. Il rovescio della medaglia pare adesso prendere forma, proprio mentre nel giro di due settimane dovrà vararsi l’elenco degli azzurri catanesi che correranno per Camera e Senato. Il partito di Berlusconi è uscito rigenerato dall’affermazione del presidente Nello Musumeci, acquisendo un appeal peraltro in repentina ascesa grazie ai venti che, in vista del 4 marzo, spirano benevolmente a vantaggio del centrodestra.
C’è così da mettere ordine fra correnti, colonnelli, compensazioni dovute a chi finora ha fatto un passo indietro e, se non bastasse, anche le spinte verso l’allargamento a nuovi apporti. Plastica rappresentazione di ciò è stato il caso Valentina Scialfa. L’ex assessora, subito dopo Capodanno, aveva mollato la giunta Pd di Enzo Bianco per essere rapidamente accostata proprio al partito del Cavaliere, lei che comunque aveva mantenuto un profilo civico. Eventualità che aveva destato una levata di scudi semi generalizzata, culminata nel monito dell’assessore regionale Marco Falcone.
La dinamica pare adesso replicarsi, al momento ancora sottotraccia, su un nome ancora più illustre, quello del presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Salvo Torrisi. Il suo ritorno fra i forzisti si era, di fatto, materializzato proprio durante il comizio del Cavaliere alle Ciminiere, quando il senatore di Paternò aveva preso posto in platea accanto ai big del partito. Lui – che aveva sfidato Alfano restando alla guida della commissione parlamentare e lasciando che l’alleanza fra i centristi ex Pdl e il Pd, a Roma, vivesse uno dei suoi momenti più tribolati – potrebbe ora essere premiato da Berlusconi con una candidatura. Forse nel collegio di casa, quello che al Senato va da Acireale a Paternò, staccando così per la terza volta in carriera il biglietto verso il Parlamento.
Il Pdl lo aveva eletto nel 2008 e nel 2013, ma poi Torrisi aveva aderito al Nuovo centrodestra sulla via della responsabilità e dei governi di larghe intese. Sbandata che oggi gli ambienti forzisti alle falde dell’Etna, stando a fondate indiscrezioni, non gli perdonerebbero. L’ultima parola su candidature e malumori, comunque, spetterebbe al vaglio finale sulle liste di Forze Italia che dovranno compiere i diretti incaricati del Cavaliere, fra cui Niccolò Ghedini ed altri presso cui Torrisi pare godere di ampio credito e stima. Per un altro senatore catanese ex Pdl ed ex Ncd, Pippo Pagano, la ricandidatura potrebbe invece giungere fra le file della quarta gamba del centrodestra, la lista centrista Noi con l’Italia.
L’altra grana si manifesta sempre in linea con quanto accaduto alle Regionali: la carenza di quote rosa. Servono candidate con buoni curriculum e profili «da società civile» in linea con quel rinnovamento tanto invocato da Berlusconi. Dunque poco spazio a candidature di servizio ed esordienti buoni più a chiudere le liste che altro. In tal senso prende quota il possibile ritorno in campo di Ylenia Citino, ex tronista televisiva di Catania già candidata in FI alle Europee, avvistata peraltro alla trattoria del Cavaliere durante la cena di novembre fra Berlusconi, Salvini e Meloni.
Poi ci sono i dubbi di Salvo Pogliese. La rinuncia a sfidare Enzo Bianco, da candidato sindaco del centrodestra alle prossime Amministrative, pare diventare sempre più probabile: pesa anche il rinvio a giudizio per le presunte spese pazze legate a quando ricopriva l’incarico di deputato regionale del Pdl. Accantonate le Comunali, Pogliese potrebbe comunque correre per FI nel collegio Catania città alla Camera.
Ulteriori possibili nomi – al netto anche degli eventuali big paracadutati da Roma – potrebbero essere anche l’ex deputato regionale Pippo Arcidiacono, uomo di Gianfranco Micciché che verrebbe sostenuto anche dal rieletto deputato Ars Alfio Papale, ed il coordinatore di Forza Italia giovani Dario Moscato. Poche incertezze, di contro, sulla ricandidature di uscenti come il senatore Enzo Gibiino e, per il collegio di Acireale, del deputato Basilio Catanoso, in cerca della quinta rielezione di fila. Pare tramontare, infine, la ridiscesa in campo del veterano ex deputato regionale Angelo Moschetto mentre, in ottica calatina, resta forte la pista che conduce al vicesindaco di Caltagirone Sergio Gruttadauria.