A Palermo lo chiamavano come il personaggio dei fumetti per la sua stazza. E' stato assessore regionale nel governo Capodicasa ed ha subito un processo per voto di scambio da cui è uscito assolto. Oggi prova a diventare primo cittadino del comune ionico, dieci anni dopo un primo tentativo affossato da quella che definisce «una congiura politica». Punta su energie rinnovabili, gestione diretta dei rifiuti e commercio, ma non vuol sentire parlare di incompiute: «È come dire che la Sicilia è targata mafia»