Policlinico Palermo, nel weekend ancora due tentati furti. Commissario: «Esposto in procura e nuove misure»

Entra di nascosto al pronto soccorso e, una volta scoperto, minaccia gli agenti di sicurezza con un coltello. Il giorno dopo, i ladri provano ad aprire gli armadietti di un reparto e la porta del centralino. Sono solo gli ultimi casi registrati nel weekend al Policlinico di Palermo. L’ospedale – che è anche centro universitario – negli ultimi mesi ha subito un susseguirsi di furti, danneggiamenti e aggressioni al personale, per fortuna senza conseguenze. «Evidentemente si tratta di soggetti che conoscono bene i luoghi – sottolinea il commissario del Policlinico Maurizio Montalbano – e sanno come muoversi. Ho dato incarico all’ufficio legale di preparare immediatamente un esposto da inviare alla procura e stiamo predisponendo una serie di provvedimenti interni e modifiche al sistema di vigilanza».

A sostenere la tesi dei ladri esperti sono proprio gli episodi di questo fine settimana. Il primo venerdì mattina, quando un uomo è riuscito a eludere la registrazione al triage, accedendo direttamente al pronto soccorso senza essere visto. Quando la sicurezza interna lo ha notato e accompagnato fuori, l’uomo ha minacciato il personale con un coltello. Tanto da dover chiamare i carabinieri. E basta aspettare l’indomani per il secondo caso: è sabato notte quando un numero non precisato di persone prova a forzare gli armadietti degli infermieri del reparto di Ginecologia e poi la porta d’ingresso del centralino. Proprio lì, però, ci sono operatori al lavoro a ogni ora, che lanciano l’allarme ai vigilantes.

Episodi che fanno il paio con quelli delle settimane precedenti. Come i due computer e altre attrezzature rubate dall’istituto di Anatomia patologica o il defibrillatore scomparso dal seminterrato del plesso di Urologia, nonostante la presenza di un portiere. O ancora gli spiccioli della macchinetta del caffè rubati scardinando la porta che divide l’area donatori da quella del laboratorio nel reparto di Medicina trasfusionale. «Voglio sottolineare alla coscienza sociale di tutti che l’ospedale è patrimonio della comunità – conclude Montalbano – Piuttosto che da depredare, è da salvaguardare».


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