La scelta della Regione non ha trovato il consenso di diversi primi cittadini dell’hinterland, specie per i dubbi sulla sospensione temporanea del pronto soccorso. «Sono chiacchiere inutili e da incompetenti», attacca il deputato regionale Nicola D'Agostino
Polemiche sull’ospedale di Acireale diventato centro Covid Sindaco: «La politica gioca ancora con la pelle della gente»
L’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale sarà centro Covid. La scelta pianificata dal
governo regionale insieme all’Asp ha destato perplessità in alcuni dei sindaci del territorio: su tutti Santo Caruso e Stefano Alì, rispettivamente primi cittadini di Aci Sant’Antonio e Acireale. Anche perché, in un primo momento, era stata paventata la temporanea sospensione
del pronto soccorso. Su questo, però, è arrivato il
passo indietro da parte della Regione: «Il pronto soccorso rimarrà aperto, anche se si occuperà dei casi più
banali rispetto al solito – spiega a MeridioNews il deputato regionale Nicola D’Agostino – Se, per esempio, si
ha mal di stomaco, sarà possibile fare una tac. Le polemiche avanzate dai sindaci le reputo chiacchiere
inutili e da incompetenti: stiamo parlando di una cosa temporanea, che durerà fino a quando non riusciamo
contenere questa forte ondata di contagi».
Il nosocomio acese era già stato utilizzato durante la prima
ondata di contagi, in primavera, come centro Covid. Finita la prima fase della pandemia, sindaci e medici si
aspettavano che si sarebbero potute trovare nuove strutture necessarie a ospitare medici e malati Covid.
Una questione messa al centro anche dal sindaco Alì.
«Fino a ieri D’Agostino diceva che il pronto soccorso sarebbe rimasto chiuso. Poi – procede il sindaco acese – vorrei sapere a che titolo parla, visto che lui è all’opposizione dell’attuale governo regionale. Mercoledì – annuncia – noi sindaci avremo un incontro coi vertici dell’Asp, dove saranno
dettate delle linee guida». Il primo cittadino acese si fa
portavoce anche dei colleghi della parte jonica. «Contro questa scelta sono anche i sindaci della zona di Giarre che ancora attendono il pieno funzionamento dell’ospedale giarrese. Il punto è – sostiene – che la politica gioca sulla pelle della gente».
Ad Acireale rimarranno attivi i reparti di Nefrologia, Odontoiatria e Neuropsichiatria infantile, mentre gli
ambulatori saranno trasferiti in via Martinez (vecchio ospedale). Ci saranno quattro
ambulanze con medico a bordo. Intanto, l’onorevole D’Agostino difende la scelta intrapresa dal governo
regionale, nonostante sia all’opposizione. Sulla sua pagina Facebook ha scritto di
essere stato consultato dall’assessore alla Sanità Ruggero Razza e di avere dato il suo assenso. «Si tratta di
una scelta temporanea, chiaramente i malati gravi saranno trasferiti nei vicini ospedali, curati in ambienti
non Covid. È inutile dire che dobbiamo costruire ospedali nuovi – afferma – dobbiamo
assumere medici, ma non lo possiamo fare con facilità. Ci sono troppi malati Covid e l’ospedale di Acireale,
in quanto eccellenza, non può che prestare il suo aiuto. Questo è agire con competenza».
Oltre al
nosocomio di Acireale anche altri ospedali ospiteranno i malati da Covid: Garibaldi, Cannizzaro e San
Marco di Catania metteranno a disposizione cento posti.
In queste ore, anche il presidente del governo regionale Nello Musumeci si è espresso sulla questione
affermando che l’ospedale di Acireale è tra le strutture più adeguate a ospitare i malati Covid, perché
vicino a Catania, munito di terapia intensiva e con personale necessario. «In questa temporanea
conversione, è necessario che il pronto soccorso dell’ospedale acese rimanga attivo. Egoismi e guerre di
campanile non sarebbero accettabili – ha sottolineato il presidente della Regione – specie in tempi di guerra come quelli che viviamo. A conclusione di questa dura battaglia, l’ospedale di Acireale potrà riprendere la sua normale attività, peraltro più dotato e
attrezzato di prima».