Altro round tra la Regione Siciliana e Alitalia. Già ben prima dell’addio della compagnia di bandiera all’aeroporto di Trapani Birgi il presidente della Regione Nello Musumeci aveva usato parole non certo lusinghiere nei confronti del più importante vettore nazionale, accusato più volte di avere riservato nei confronti della Sicilia un trattamento piuttosto iniquo, soprattutto sul piano economico. L’ennesimo scontro va in scena oggi all’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, dove Musumeci, insieme al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella sua veste di presidente regionale dell’Anci e ai rappresentanti dei primi cittadini dei Comuni siciliani, hanno presentato un documento d’accusa nei confronti di Alitalia.
Un’iniziativa inedita, per usare le parole dello stesso Musumeci. «Abbiamo concordato insieme una giunta straordinaria del governo allargata ai vertici dell’Anci – dice il presidente della Regione – per formalizzare un documento di protesta che trasmetteremo alla direzione generale di Alitalia e mercoledì mattina consegneremo al ministro dei Trasporti in presenza anche del ministro per il Mezzogiorno». Un documento condiviso in seno agli enti locali isolani, che «interpreta lo stato d’animo che la comunità siciliana vive, in un momento che dovrebbe registrare la ripresa economica della nostra isola e invece registra il cinismo di una compagnia, Alitalia, che pur mantenendosi con tre miliardi di euro da parte dello Stato e quindi dai cittadini, si permette di fare i capricci nel proprio piano voli, abbandonando gli scali minori, mantenendo limitato il numero delle corse negli scali maggiori e soprattutto applicando una politica dei costi inaccessibile per gran parte dei siciliani».
La proposta messa sul tavolo del governo nazionale dal frangente siciliano è quella di intervenire sulla compagnia di bandiera perché i prezzi siano calmierati. «Per noi isolani il trasporto aereo non è un lusso, non è la voglia di provare una emozione – continua Musumeci – Per noi è una necessità. La politica adottata da Alitalia scoraggia la mobilità dei siciliani. Qui rappresentiamo gli interessi di tutti gli scali siciliani e chiediamo al governo nazionale di intervenire su Alitalia per applicare una tariffa unica per i siciliani, che faccia la media tra i costi: si va da 64 euro a 800 euro, non è assolutamente possibile. Si stabilisca una tariffa e si eviti questa campagna di speculazione». Ma non è solo Alitalia l’oggetto delle invettive di governatore e sindaci, Musumeci se la prende anche con gli articoli 198 e 203 del decreto rilancio varato dal governo Conte, che a detta del presidente «tendono a omologare il trattamento di Alitalia con quello delle compagnie low cost, favorendo il monopolio di Alitalia e scoraggiando le compagnie low cost a tornare a volare sulla nostra isola all’avvio della stagione turistica: un doppio delitto, un crimine».
E Musumeci trova sponda favorevole nel sindaco di Palermo. Orlando ci tiene subito a smentire una possibile concorrenza tra l’aeroporto del capoluogo e quello di Trapani, che ha visto volare via Alitalia in favore di un aumento dei voli da e verso il Falcone-Borsellino. «Io qui non sono il sindaco di Palermo, cerco di rappresentare tutti i sindaci della Sicilia – dice Orlando – Chi cerca di dividerci dando un volo in più a Palermo e levandolo a Birgi, sappia che non passerà. Il documento afferma un principio: la Sicilia punta sulla mobilità e ha fatto della mobilità internazionale una fonte di ricchezza e di sviluppo. La mobilità crocieristica è molto importante, ma non è paragonabile a quella aerea. È vergognoso il comportamento di una compagnia che si chiama di bandiera, che sembra volere fare pagare ai siciliani il frutto degli sprechi del passato. Nessuno ovviamente è contro i lavoratori Alitalia, ma chiediamo alla compagnia che la smetta di fare un’operazione che ritengo piratesca nei confronti della Sicilia».
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