Un’ex colonia in cemento armato per bambine che farà spazio a un nuovo lido e al naturale fondale sabbioso della Playa di Catania. E’ il risultato dell’avvio ai lavori di abbattimento di questa mattina delle otto strutture che formavano l’ex colonia del Collegio Maria Ausiliatrice, azzeramento voluto dall’assessore regionale per il Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata. Sotto lo slogan: «Via gli ecomostri dalla Playa». In questo caso, circa diecimila metri cubi di cemento armato, edificati dal 1971 al 2002, e che adesso diventeranno uno stabilimento balneare, con spazi verdi e giochi per bambini.
«Oggi restituiamo un’area identitaria per Catania alla città e soprattutto alle generazioni future», ha commentato l’assessore Sgarlata. Che si è detta felice anche dell’impronta legalitaria dell’iniziativa, testimoniata dalla partecipazione all’abbattimento di due magistrati della procura etnea: Giuseppe Gennaro e Giuseppe Toscano. Un intervento di decementificazione che si inserisce in una serie di operazioni predisposte dall’ufficio etneo del Demanio marittimo – sotto cui l’ex colonia è tornata nel 2013 – insieme al Genio civile a alla soprintendenza ai Beni culturali. «Abbiamo ripreso con il Demanio quel patto territoriale che era rimasto interrotto per oltre un decennio», continua Sgarlata.
«Voglio anche sottolineare che lintervento sarà a costo zero per la Regione perché è la società concessionaria che sosterrà tutte le spese», conclude l’assessore. A occuparsi di tutto è stata infatti la ditta Ventura Carmelo Alessandro, che continuerà a occuparsi della riqualificazione dell’area, così come della realizzazione di uno stabilimento balneare. All’ingresso del quale ci saranno uno spazio verde e un’area per bambini. Ma prima bisognerà attendere la bonifica completa della zona e la demolizione totale delle strutture, prevista tra circa due mesi.
Il pianto dell’assessore regionale continuerà lunedì, con l’abbattimento delle strutture in cemento del lido della Polizia penitenziaria, sempre lungo la Playa. «Dobbiamo guardare diversamente al nostro paesaggio, che nei decenni scorsi è stato al centro di uno smodato e ingiustificato consumo del suolo conclude lassessore Sgarlata – Se riusciamo a provvedere allabbattimento delle strutture più invasive possiamo gettare le basi per quello sviluppo sostenibile di cui ha bisogno il territorio. La mentalità della gente sta cambiando e leggo nelle richieste dei sindaci un nuovo senso di responsabilità nei confronti del paesaggio quale motore primo della nostra economia».
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