Plastic free, accolto ricorso contro l’ordinanza di Santa Flavia Ma a Palermo rimane: «Non la sospenderemo in autotutela»

In Sicilia la guerra alla plastica promossa da alcuni Comuni e dalla campagna Lassala peddiri rischia di subire uno stop a causa della decisione del Tar Sicilia che ha accolto il ricorso dei produttori di stoviglie monouso contro i Comuni di Trapani e Santa Flavia, nel Palermitano, che hanno adottato ordinanze cosiddette plastic free. Il Tribunale regionale ha sospeso le ordinanze che vietavano l’impiego di piatti, posate, bicchieri e altri articoli in materie plastiche. 

Il ricorso è stato promosso dalla Federazione Gomma Plastica/Unionplast, e il motivo sarebbe l’assenza di presupposti di necessità e urgenza e dal rischio di provocare inutilmente danni gravi alle imprese e ai loro occupati. «Una corretta gestione dei rifiuti deve avere come primo passo la lotta all’abbandono di rifiuti, di qualsiasi materiale: alla base della dispersione dei rifiuti nell’ambiente ci sono i cattivi comportamenti e sono quelli che vanno demonizzati» dichiara Angelo Bonsignori, Direttore Generale della Federazione Gomma Plastica. Il confronto nel merito delle Ordinanze dei due Comuni siciliani proseguirà nel luglio 2020. Nel frattempo, la Federazione Gomma Plastica non esclude di avviare lo stesso percorso nei confronti di altre amministrazioni che hanno adottato provvedimenti dello stesso tenore sulla scia di una tendenza, senza valutarne adeguatamente l’opportunità e gli effetti negativi.

Ma chi si è impegnato in questi mesi per promuovere l’iniziativa del Comune di Santa Flavia, come i lidi della zona, si schiera al fianco dell’iniziativa portata avanti dall’amministrazione. «Ci siamo adeguati – spiega la titolare del Lido Porto di Spagna –  al bar utilizziamo solo plastiche biodegradabili e tentiamo di sensibilizzare i clienti. Abbiamo anche speso dei soldi per farlo. Siamo d’accordo con il Comune,  ci vuole tempo per sensibilizzare le persone. Tutto dipende dal ciclo produttivo, dal riciclo della plastica, e in questo senso il nostro Paese è indietro. Se si riuscisse a riciclare in maniera seria, ci può stare il potenziamento della raccolta differenziata ma tutto deve essere supportato da un riciclo serio e penso che questo ancora non ci sia. Capisco le ragioni della Federazione Gomma Plastica, dietro c’è un mercato, ma al momento il passo più breve da fare è l’eliminazione di questi prodotti perché ci sono situazioni più complesse da gestire». Per i loro clienti poi la situazione è complessa da gestire ma si sono adeguati: «Non è facile ma tutti tentano di differenziare per quanto possibile – conclude – Alcuni si portano dietro i contenitori di ceramica o plastica da lavare a casa perché i costi dei prodotti biodegradabili sono elevati». Le fa eco anche il titolare del lido Fondachello Giovanni Ribaudo: «Anche noi ci siamo adeguati conformando gli acquisti e abbiamo fatto campagne di sensibilizzazione. Non usiamo più cannucce di plastica e abbiamo i bicchieri di caffè in carta di amido di mais. Abbiamo cambiato anche i sacchetti della spazzatura. L’ordinanza noi la riteniamo utile: con l’ambiente ci lavoriamo, se non la tuteliamo si continueranno solo a sfruttare le risorse ambientali». 

A Palermo invece l’ordinanza plastic free emanata a giugno e che riguarda Mondello, l’Addaura e Sferracavallo, resta in vigore e «non la sospenderemo in autotutela –  assicura l’assessore Comunale all’Ambiente Giusto Catania – perché a mio avviso non rientra nella casistica prevista dalle ordinanze del Tar: è limitata alle sole borgate marinare, è collegata alla raccolta differenziata e riguarda un periodo di tempo limitato, ovvero quello relativo al maggiore afflusso in quelle zone». 


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