«Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento». Così Matteo Messina Denaro in un pizzino datato 10 maggio 2022 e indirizzato alla sorella Rosetta, che è stato reso noto dal quotidiano La Repubblica. Il boss di Castelvetrano aveva iniziato a pensare alla sua fine e voleva essere lui a decidere quando e come uscire di scena. Sono oltre mille i pizzini scoperti dai carabinieri del Ros tra l’appartamento di Campobello di Mazara, dove l’ex latitante si nascondeva e la casa di campagna della sorella Rosetta. Chiamata Fragolone nelle missive, quando il discorso si spostava dal personale ai business criminali che la donna lo avrebbe aiutato a gestire. «Ho capito, anche se già lo sapevo – conclude il pizzino poche righe più sotto – che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima». Le indagini condotte dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido continuano a cercare altri punti d’appoggio e appartamenti nella disponibilità di Messina Denaro. Nel progetto suicida si ritrova una somiglianza con la fine di Francesco Messina Denaro, don Ciccio, il padre di Matteo. Anche lui morì da latitante, ma non per scelta volontaria: fu stroncato da un infarto. Polizia e carabinieri trovarono in campagna la salma già composta con vestito nuovo e cravatta.
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