Piscina comunale sarà aperta solo mezza giornata L’amministrazione si arrende: mancano i bagnini

Ennesima tegola sulla piscina comunale di Palermo. Con una stringata nota sul sito istituzionale il Comune ha annunciato che fino al 31 gennaio l’impianto di viale del Fante resterà aperto soltanto mezza giornata chiudendo anticipatamente alle 14. Nel breve comunicato si fa cenno ad «alcune problematiche di gestione interna», che, come conferma a Meridionews il segretario generale aggiunto della Csa Palermo Nicolò Scaglione, altro non sono che l’annosa carenza di bagnini.

È un’altra doccia fredda per una struttura che non conosce pace: orari ballerini, guasti continui alle caldaie, riparazioni alla bell’è meglio, servizi igienico-sanitari inadeguati per ammissione dello stesso assessore Emilio Arcuri. Il Comune ha provato a metterci una pezza in questi anni con interventi a macchia di leopardo che, fra le tante cose, hanno risolto il problema delle infiltrazioni d’acqua e reso nuovamente agibile la tribuna della vasca coperta. Inoltre si è messa in moto la macchina per costruire una seconda tribuna per la vasca esterna con servizi igienici e spogliatoi separati da quella interna. L’iter del primo stralcio del progetto è partito a dicembre.

Ma per farlo ci vorranno anni, e il presente si chiama carenze di organico, caldaie malfunzionanti e malumori interni: a dicembre un primo sciopero degli assistenti ai bagnanti e poche settimane fa le dimissioni dei due capi impianto Alberto Bruno e Giuseppe Gullo testimoniano di un clima poco sereno. 

L’amministrazione ha invocato l’aiuto dei bagnini delle società sportive ma nell’attesa che il protocollo d’intesa diventi operativo i problemi sul piatto restano quelli messi neri su bianco dalla delibera di giunta: per garantire il servizio di assistenza bagnanti (obbligatorio per legge) in entrambe le vasche Palazzo delle Aquile al momento ha a disposizione soltanto otto dipendenti, di cui solo uno a tempo pieno (36 ore settimanali), cinque part time (22 ore) e due Lsu (20 ore) che, si leggeva nero su bianco, «non permettono di garantire il servizio come richiesto dalle normative vigenti», considerando che l’impianto dovrebbe (il condizionale a questo punto è d’obbligo) restare aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 21.30 e il sabato e la domenica dalle 9 alle 18. Anzi, «attualmente – proseguiva la delibera – non si può nemmeno garantire il minimo servizio di due unità per turno per tutto l’orario di servizio».

Da qui la drastica decisione: per le prossime due settimane apertura dalle 8 alle 14. Anche perché i lavoratori part time, fa presente Scaglione, «non sono più disponibili a lavorare oltre le ore contrattuali. Quello dell’aumento ore e delle stabilizzazioni è un problema enorme, che non si risolverà a breve ma soprattutto che non riguarda solo la piscina ma tutti i settori dell’amministrazione. Il ritardo degli eventi natalizi ad esempio è dovuto anche al fatto che i dipendenti sono stanchi di lavorare oltre il dovuto senza alcun riconoscimento e ormai si limitano all’orario contrattuale. E sia ben chiaro che senza gli straordinari, spesso pagati con il riposo recupero, i servizi chiudono, come sta accadendo per la piscina e come rischia di accadere per gli spazi museali, che in questi anni sono rimasti aperti grazie all’impegno dei lavoratori».

«È una grana che sta scoppiando un po’ in tutto il Comune – insiste il sindacalista -. Noi chiediamo la stabilizzazione e i diritti finora negati ai lavoratori. Invece di spendere soldi per gli straordinari, perché non spenderli per l’aumento ore?». La piscina, in realtà, avrebbe bisogno di fondi anche per le piccole riparazioni: «Le caldaie non funzionano e in questi giorni è mancata l’acqua calda nelle docce». Il segretario della Csa non è convinto nemmeno dalla soluzione tampone dei bagnini prestati dalle società sportive: «Se qualcuno si fa male ne rispondono le società sportive o il Comune? Vorremmo una risposta».

«Sul tema delle stabilizzazioni e dell’aumento ore il sindaco aveva promesso un incontro subito dopo le festività natalizie, che però sono finite già da un po’ – conclude Scaglione -. Abbiamo reiterato la richiesta ma ancora niente. Speriamo che questo incontro avvenga prima possibile perché la situazione è esplosiva e l’amministrazione sembra far finta di nulla».

Ed è in questa precaria situazione che la piscina si appresta a ospitare a metà febbraio il girone di Len Europa Cup di pallanuoto, che vedrà il Settebello di Sandro Campagna impegnato nelle sfide contro le nazionali di Germania, Montenegro e ancora Russia dopo la sfida di World League di un anno fa. La presentazione del quadrangolare si terrà lunedì alle 11 a Palazzo delle Aquile.


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