La sera del 5 gennaio 1984 il giornalista, scrittore e autore teatrale Pippo Fava è stato ucciso a Catania. Dopo lunghe e non semplici indagini la vicenda giudiziaria per quell’uccisione si è conclusa nel 2003, quando l’ultimo processo è arrivato in Cassazione: il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano sono stati condannati all’ergastolo, mentre Maurizio Avola […]
L’omicidio di Pippo Fava, il 5 gennaio di 41 anni fa. A Catania le iniziative per ricordare il giornalista ucciso dalla mafia
La sera del 5 gennaio 1984 il giornalista, scrittore e autore teatrale Pippo Fava è stato ucciso a Catania. Dopo lunghe e non semplici indagini la vicenda giudiziaria per quell’uccisione si è conclusa nel 2003, quando l’ultimo processo è arrivato in Cassazione: il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano sono stati condannati all’ergastolo, mentre Maurizio Avola – esecutore materiale dell’omicidio – è stato condannato a sette anni con il patteggiamento. «Tutta l’attività di Pippo Fava resta come esempio di grande giornalismo, una lezione per tutti – giovani e meno giovani – a cui deve guardare chi fa questo mestiere», dice la segreteria di Assostampa Sicilia, che è il sindacato unitario dei giornalisti siciliani. Domenica 5 gennaio alle 17 una delegazione di Assostampa Catania sarà presente alla commorazione organizzata in via Fava, davanti alla lapide che ricorda il giornalista ucciso.
Gli altri appuntamenti della giornata, che si terranno a Catania, sono: alle 11 un’assemblea pubblica de I Siciliani Giovani al Giardino di Scidà – Bene confiscato alla mafia e la consegna del premio all’illustratore Mauro Biani; alle 18:30 al Piccolo Teatro della Città, in via Federico Ciccaglione, l’iniziativa Il mestiere di scrivere: com’è cambiato, come siamo cambiati, a cura della Fondazione Giuseppe Fava. Interverranno la giornalista Alessia Candito e i giornalisti Giorgio Mottola e Lorenzo Tondo. Modererà l’incontro il giornalista Mario Barresi.
«Giuseppe Fava era un giornalista coraggioso, un uomo di cultura, un siciliano autentico», ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana (Ars). «L’agguato mafioso nel quale 41 anni fa ha perso la vita non cancella la memoria di ciò che è stato e di quello che ha fatto per contribuire a rendere più libera la nostra Sicilia», ha aggiunto Cracolici.