È partita in queste ore la conta dei danni all’agricoltura dopo il violento nubifragio che si è abbattuto stanotte su Palermo e provincia. Al momento è ancora difficile conoscere un quadro esatto della situazione, ma c’è il timore che le intense piogge e, in particolare, la grandine di grandi dimensioni, abbiano danneggiato le coltivazioni nel Palermitano. Da un primo monitoraggio effettuato da Coldiretti Sicilia, infatti, arriva la conferma che le intense precipitazioni e il ghiaccio di stanotte hanno colpito vaste aree della provincia: si registrano danni ai vigneti e alle zone ortive dell’area di Monreale e Corleone.
Danni anche alle pesche di Castronovo di Sicilia, «seriamente rovinate». «È ancora è troppo presto per quantificare l’entità dei danni – spiegano da Coldiretti Sicilia -, ma siamo preoccupati per quanto accaduto. Dopo un’estate contraddistinta dalla siccità, gli effetti del nubifragio potrebbero ulteriormente gravare sulla situazione finanziaria delle aziende». Ad ogni modo, la stima dei danni proseguirà nei prossimi giorni e, eventuali segnalazioni, potrebbero essere girate all’assessorato regionale all’Agricoltura.
Conferme in tal senso arrivano anche dalla Confederazione italiana agricoltori: secondo le prime informazioni raccolte tra gli associati, grandinate sono state registrate in parecchie aree del Palermitano, e precisamente nella zona di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Grisì, nel Monrealese. Le coltivazioni interessate sono in gran parte vigneti – seppur a stagione ormai inoltrata, la vendemmia è ancora al 50 per cento per via delle varietà tardive – e poi gli uliveti.
Al momento, tuttavia non è possibile sapere se queste produzioni siano state rovinate o meno, come spiega il presidente di Cia Palermo Antonino Cossentino. «Nei prossimi giorni continueremo a verificare ma, allo stato attuale, è impossibile fare delle previsioni. Sappiamo che sono state interessate aree destinate alla produzione, ma per una valutazione del danno è ancora presto per potersi esprimere».
Quel che è certo è che dopo un periodo così caldo e afoso, questa nuova grana non ci voleva: «Il caldo ha già stremato la raccolta – aggiunge Cossentino – abbiamo abbattimenti di resa del 30 e a volte anche del 40 per cento. Con questa ulteriore batosta – conclude – la situazione è veramente penosa per noi produttori».
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