Il burattino di Collodi approderà nella nostra città dal 19 al 25 aprile. Convegni, mostre, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche e una festa in piazza celebreranno il piccolo bugiardo cronico, cercando di riportare il sorriso sulle facce dei catanesi. Step1 intervista Sergio Reyes, lorganizzatore delliniziativa
Pinocchio sindaco di Catania
Catania è una città in difficoltà, con tanti problemi. Ma è soprattutto una città che ha perso il sorriso. “Pinocchio di mille colori”, evento che si terrà a Catania dal 19 al 25 aprile 2010, si cimenterà nella difficile impresa di restituire un po’ di felicità ai cittadini, sostiene l’organizzatore Sergio Reyes. «Pinocchio deve diventare il protagonista della città, deve poter veicolare il sorriso ed essere l’occasione d’incontro tra persone. Inoltre, se anche i media nazionali seguiranno l’evento, potremo finalmente dare una nuova immagine di noi, allegra e fantasiosa». Del resto, il burattino con l’impulso irrefrenabile a raccontar menzogne poteva scegliere una patria d’elezione migliore del capoluogo etneo?
Così quello che doveva essere un piccolo convegno sul protagonista della favola di Collodi, è diventato un progetto che raccoglie diverse iniziative, che giorno dopo giorno arricchiscono un programma già ampio e variegato. «Fu Luigi Calabrese a propormi un convegno su Pinocchio nell’estate scorsa. Con il tempo il progetto si è allargato, mi ha coinvolto e mi sono preso interamente carico dell’organizzazione. Sono da solo, ma senza il contributo e il supporto logistico e organizzativo delle Facoltà di Lettere e Filosofia e Lingue e Letterature Straniere, non sarebbe andato in porto».
Ad oggi, il punto fermo è il convegno che si terrà nell’auditorium dell’ex Monastero dei Benedettini il 21,22 e 23 aprile. Tra gli altri interverranno Ezio Donato, Salvatore Nigro, Giuseppe Traina e Enrico Iachello, preside della Facoltà di Lettere. In via di definizione i luoghi delle varie installazioni, ma, anche in questo caso, una certezza c’è già: «Nella libreria Tertulia verranno esposti 20 quadri, realizzati dagli studenti dell’Istituto Parini, frutto di due anni di intenso lavoro. Ci saranno però altre esposizioni, come le oltre 100 tele interamente dedicate a Pinocchio del pittore pistoiese Paolo Tesi e i pannelli della mostra “Pinocchio intorno al mondo” fornitaci dalla Fondazione Collodi. Queste opere sono la testimonianza di come viene visto e vissuto Pinocchio nel resto del mondo».
L’obiettivo principale è coinvolgere direttamente i cittadini, che potranno diventare i protagonisti di altre due iniziative, la mostra bibliografica e quella dei giocattoli. Spiega Reyes: «Stiamo chiedendo ai catanesi di darci in prestito i loro oggetti, libri o giocattoli che si riferiscono al burattino di Collodi. Ci impegniamo a custodirli con la massima cura e ad esporre ogni oggetto con una targhetta che darà visibilità ad ogni proprietario».
Pinocchio farà la sua comparsa anche sul grande schermo e sul palco, con le due opere messe in scena da Zo rispettivamente dal teatro Manomagia e dagli studenti dell’Istituto scolastico comprensivo Campanella Sturzo di Librino. «Abbiamo organizzato una rassegna cinematografica – continua Reyes – che comprende tutti i 12 film realizzati sul protagonista della favola di Collodi, da quelli del primo Novecento fino alle opere dei nostri giorni. Speriamo ci siano due eventi separati. Uno organizzato al Coro di Notte dell’ex Monastero dei Benedettini per i più grandi, ed uno organizzato alle Ciminiere, con l’aiuto dell’Assessorato Comunale alle Politiche Scolastiche, che coinvolga gli oltre 33.000 studenti delle scuole medie e elementari.»
L’evento più importante sarà la festa conclusiva che si terrà in piazza, come fosse un nuovo Carnevale fuori stagione. «Il coinvolgimento dei bambini ci darà la possibilità di dar luogo ad una festa con vari ‘mastro Geppetto’ che creano i loro Pinocchio, con cantafavole, musici, giocolieri. Stiamo ancora cercando dei finanziamenti, ma siamo fiduciosi. Perché Pinocchio è dentro ciascuno di noi, è la nostra parte discola. È la speranza di poter trasgredire e non rimanere ingessati nel nostro perbenismo».
La speranza è, dunque, di vedere una città in festa, libera dal gesso e dalle ferite accumulate negli ultimi anni.