A guidare il riscatto del mezzogiorno d'italia saranno "nuovi soggetti politici che si stanno già preparando. Alcuni in maniera «paraculesca», cioè soggetti politici che dentro hanno i germi delle vecchie formazioni meridionaliste. Altri sono nuovi e penso ad alcune formazioni siciliane".
Pino Aprile: “Al Sud cresce la voglia di riscatto…penso ad alcuni siciliani”
A guidare il riscatto del Mezzogiorno d’Italia saranno “Nuovi soggetti politici che si stanno già preparando. Alcuni in maniera «paraculesca», cioè soggetti politici che dentro hanno i germi delle vecchie formazioni meridionaliste. Altri sono nuovi e penso ad alcune formazioni siciliane”.
Lo dice Pino Aprile – meridionalista ed autore di due libri (Terroni e Giù al Sud) che sventano tutte le bugie sull’Unità d’Italia e raccontano di tutti i danni perpetrati ai danni del Sud – in una intervista rilasciata ad Italia Oggi, in cui esclude la nascita di un suo partito e dice di pensare ad un quotidiano.
“Intanto, c’è da prendere atto che cresce la voglia di riscatto. Cresce confusamente come tutte le cose quando nascono, con mille fuochi , mille iniziative spesso quasi sempre in conflitto tra di loro però sono sempre più numerose. A questo proposito ricordo sempre come esempio il partito del Sud di Antonio Ciano che vinse le scorse elezioni a Gaeta, unica città in Italia non amministrata da uno dei due poli, ma da una lista civica meridionalista e autonoma.
Nell’intervista Aprile è particolarmente critico con il Pd:
“La sinistra è colpevole perché non ha contrastato tutto questo o ha fatto finta di contrastare. Vedi gli accordi per il cosiddetto federalismo fiscale, l’ennesima truffa ai danni del Sud per «fottergli« anche gli ultimi spiccioli, visto che le norme del federalismo fiscale comportavano già dal suo avvio lo spostamento di un altro miliardo di euro dalle regioni più povere a quelle più ricche. E tutto ciò è stato concordato con il Pd e con Vasco Errani quando era presidente della conferenza dei presidenti di Regione. Sono più deluso dalla sinistra perché ci credevo”.
E ancora: “Basta dire che in una intervista alla Padania, dopo avere elogiato il sito politico di Bossi, Bersani dice: non serve che mi spiegate che Bossi non è razzista, lo so. Ecco, Bersani si trova bene con quella gente lì. Dopo quell’intervista ho deciso di non votare mai più a sinistra. Al di là di ciò che pensa Bersani, Bossi lo dice nella sua autobiografia che usa il razzismo antimeridionale per prendere voti. Deposto Bossi, Maroni ha detto esattamente la stessa cosa. Lo slogan del suo partito è: prima il Nord. Questo è puro razzismo dichiarato e conclamato. Che significa prima il Nord? Che forse ci sono cittadini più cittadini degli altri? Bersani va d’accordo con questa gente al punto che invita alla festa del Pd il razzista Roberto Maroni. Come può sperare il Sud di avere una rappresentanza da questa sinistra”. ( A.S.)
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