In tre giorni la piazzetta nel cuore del popolare quartiere catanese ha ripreso vita grazie al programma L'erba del vicino. Alberi potati, aiuole ripulite e nuove piante colorate al posto dei rifiuti. Un miracolo televisivo a cui hanno partecipato anche i residenti, che adesso chiedono al Comune un sistema di irrigazione e dei dissuasori per evitare il parcheggio selvaggio. Guarda le foto
Piazza San Cristoforo, restyling grazie a La7 «Ma dumani cu ci va abbivirari sti pianti?»
Da due anni in piazza San Cristoforo a Catania sostava un furgone abbandonato con la scritta Dolciumi sulla fiancata. A pochi metri di distanza c’era anche una campana per la raccolta del vetro attorno a cui si accumulavano rifiuti di ogni tipo. È servito larrivo della televisione per rimuoverli. Il programma di La7 Lerba del vicino è riuscita nel miracolo: la piazzetta alle spalle di via Plebiscito è rinata. Lì dove cerano rifiuti, materiali di risulta ed escrementi, nel posto trasformato tutti i giorni in parcheggio, adesso ci sono aiuole curate, alberi potati, piante colorate offerte dal vivaio Faro di Giarre. Perfino il benzinaio attiguo ha contribuito al restyling portando e piantando in prima persona un albero di banano.
Quanto durerà adesso? E la domanda che si fanno tutti, dai residenti ai ragazzi che sono venuti per offrire un aiuto, tra cui alcuni membri del forum Skyscrapercity e dell’associazione Stelle e ambiente. Alcuni di questi, raccolti nel gruppo I giardinieri do Liotru, ci avevano già provato lanno scorso. Ma gli effetti positivi dellopera di guerrilla gardening erano durati ben poco. Colpa soprattutto del parcheggio selvaggio. «Questa è una zona dove è difficile mantenere qualcosa di bello spiega Salvatore Scuderi, elettrauto la cui officina si affaccia proprio sulla piazza cè chi addirittura viene a scaricare materiale edile con i camion. E nessuno dice niente, una volta anche la polizia ha assistito alla scena. Speravo che fosse l’occasione buona che gli facessero una multa, invece niente».
Per dissuadere gli autisti indisciplinati sono state piantate delle siepi attorno ai rettangoli coltivati. Ma per i residenti non basta. «Se vogliamo che tutto questo non sia lavoro sprecato denuncia Valentina Riolo, consigliera della prima municipalità è fondamentale che da domani il Comune provveda allimpianto idrico e installi dei dissuasori intorno alla piazza». Concetto ribadito dallelettricista della piazza: «Dumani cu ci va abbivirarli sti pianti?». Senza acqua gli agavi, laloe, lasparagus e la portulacaria afra piantati grazie al programma di La7 avrebbero senza dubbio vita breve. Dal Comune, il dirigente Marco Morabito fa sapere che per il sistema di irrigazione «si può fare ben poco». «Manca spiega la sufficiente pressione per spingere un impianto automatico, servirebbero troppi lavori. Abbiamo chiesto alla Sidra di rimettere in funzione il contatore che per tre volte è stato distrutto, ma serve che qualcuno provvedi allirrigazione manuale. Più che gli operai comunali, che sono pochi, potrebbero pensarci i residenti». Per quanto riguarda i dissuasori, invece, Morabito annuncia che verranno installati dei paletti sia in prossimità degli scivoli per i disabili, garantendo lo spazio necessario per il passaggio delle carrozzelle, sia attorno alla piazza, a distanza di un metro e mezzo luno dallaltro. «Sembrerà un po una gabbia, ma è lunica soluzione», sottolinea.
«Sappiamo che ci troviamo in un contesto difficile ammette Annalisa Anibaldi, produttrice esecutiva del format per noi è la prima esperienza più impegnativa, dopo essere stati in condomini e giardini. Ma vorremmo sfruttare lattrazione che esercita la tv sulla gente per far sì che gli stessi cittadini si conoscano meglio e aumenti il senso di affiatamento». Sono stati gli operai del servizio giardini del Comune a potare gli alberi, mentre lo staff di La7 ha girato per il quartiere, nei negozi, nella chiesa, per arruolare cittadini per la fase di piantumazione. «Erano anni che non si vedevano dipendenti comunali denuncia Marco, residente ora sarebbe bene che almeno una volta ogni sei mesi provvedessero alla manutenzione».
[Foto di Salvo Catalano ed Euplio]