Piazza Armerina, l’infanzia difficile dell’omicida  Padre e figlio non si vedevano da tredici anni

«Si è sottoposto volontariamente all’interrogatorio e non ha mai opposto resistenza. Anzi si è sempre dimostrato collaborativo in tutte le fasi». È l’avvocato Lorenzo Caruso che difende Carlo Lo Monaco – il 30enne che ieri ha ucciso a coltellate il padre Armando dentro una macelleria di Piazza Armerina – a confermare a MeridioNews che il ragazzo adesso si trova in custodia cautelare nella casa circondariale di Enna. Così ha disposto il pubblico ministero in attesa della convalida del fermo da parte del giudice per le indagini preliminari. 

Il legale, che non conferma e non smentisce di essere stato contattato dal ragazzo subito dopo il delitto, dichiara però che «appena sono venuto a conoscenza di quanto avvenuto, ho subito allertato le forze dell’ordine e ho invitato Lo Monaco a costituirsi e lui non si è opposto». Un rapporto professionale già esistente con il legale che lo stava assistendo per altre vicende ancora pendenti che riguardano l’attività del ragazzo sui social network. Il 30enne aveva ricevuto delle denunce per alcuni contenuti pubblicati e condivisi sui profili Facebook nei quali utilizzava come pseudonimo Carlo Apophis Apep, il nome di una divinità egizia che simboleggia l’incarnazione della tenebra, del male, del caos. 

Il giovane, che durante l’interrogatorio si sarebbe attribuito tutte le responsabilità dell’omicidio, era disoccupato ma provava a sbarcare il lunario con lavoretti saltuari, in particolare con attività di volantinaggio di vario tipo, e viveva in una casa da solo, anche se aveva rapporti quotidiani con la madre che abita poco distante da lui. Affetto da disturbi mentali, il 30enne sarebbe stato anche già conosciuto dai servizi sociali del Comune.  

Un’infanzia difficile costellata da episodi di percosse e soprusi subiti da parte del padre che poi avrebbe lasciato la famiglia per andare a vivere all’estero. Secondo quanto ricostruito finora, travagliato sarebbe stato anche il rapporto con la sorella minore, che ieri si trovava insieme al padre all’interno dell’attività commerciale dove è avvenuto l’omicidio. 

Da anni separato dalla moglie, Armando Lo Monaco viveva in Germania dove svolgeva l’attività di barbiere e si era costruito una nuova famiglia con una compagna da cui aveva avuto anche due figli ancora piccoli. Era rientrato due giorni fa a Piazza Armerina per trascorrere alcuni giorni di ferie. Con il figlio Carlo non si vedevano da 13 anni. E ieri si sarebbero incrociati quasi per caso. Il ragazzo, però, era uscito già armato di coltello

Entrato in macelleria, il 30enne si sarebbe scagliato direttamente contro il padre colpendolo con diversi fendenti alla gola. La vittima sarebbe morta dissanguata dopo pochi minuti. «C’era molta confusione quando il ragazzo è entrato già armato del suo coltello. In mezzo alla clientela, non abbiamo visto bene la scena. È successo tutto in un attimo», ha dichiarato a MeridioNews uno dei lavoratori della macelleria di via generale Muscarà nel centro di Piazza Armerina. Sul corpo del 53enne adesso dovrebbe essere effettuata l’autopsia per accertare le cause che hanno portato alla morte. 


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