Piano triennale opere pubbliche, altro slittamento «Ostruzionismo di cui non si vuole responsabilità»

Altro passo falso per il Piano triennale delle opere pubbliche: non si voterà neanche il 19 novembre, data fissata nel cronoprogramma richiesto dalla nuova maggioranza antiorlandiana in sala delle Lapidi. Tutto rinviato alla prossima settimana dopo la capigruppo di oggi e quel che resta della vecchia maggioranza, presente ma solo in qualità di spettatore alla riunione, torna a occupare il palazzo di città

«Se qualcuno avesse avuto dubbi sulle reali intenzioni dei gruppi politici di centrodestra rispetto al Programma triennale opere pubbliche 2020-2022, la riunione dei capigruppo di oggi, alla quale abbiamo scelto di non partecipare, ha fugato ogni dubbio: questo piano non s’ha da fare – dicono in una nota congiunta i capigruppo di Avanti Insieme, Movimento 5 stelle, Sinistra Comune e Partito Democratico – Sfidiamo chiunque a indovinare quando sarà votato il piano triennale». 

Il cronoprogramma redatto dal presidente della seconda Commissione (Mimmo Russo di Fratelli d’Italia ndr.) che aveva previsto la votazione dell’atto entro il 19 novembre, ha posticipato la scadenza alla settimana prossima – proseguono gli occupanti – I fatti sono testardi, e addebitare il ritardo nella valutazione del Piano a noi, che rappresentiamo ormai una minoranza in consiglio comunale e vorremmo votare domani stesso è piuttosto complicato. La verità è che continua un ostruzionismo di cui non ci si vuole nemmeno assumere la responsabilità».

Infine l’appello: «Ennesima prova della volontà di appesantire la discussione è l’invio di richieste di approfondimenti tecnici a sole 24 ore dalla seduta d’Aula. Perché queste domande non le facevano prima? Prima di bocciare l’atto nel mese di marzo? Prima di presentare decine di emendamenti strampalati? Se è vero che qualcuno vuole portare in votazione l’atto si smarchi da questo teatrino e lo dimostri, semplicemente ammettendo che l’unica cosa da fare è discutere e votare l’atto già domani, in un’unica seduta in cui ognuno possa assumersi le proprie responsabilità di fronte alla città».


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