Piano Giovani in bilico. Dubbi sull’assessore Scilabra che non fornisce risposte risolutive

AUDIZIONE INCANDESCENTE, SOTTO ACCUSA LA CORSELLO MA I PARTITI SCARICANO L’ASSESSORE SCILABRA

Si è consumata quest’oggi una delle peggiori pagine della politica siciliana che ha dovuto assistere all’epilogo dello scontro istituzionale, senza precedenti, tra un rappresentante del governo regionale, l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e l’assente dottoressa Anna Rosa Corsello, ex dirigente generale dei dipartimenti Formazione professionale e Lavoro, esponente di spicco della burocrazia siciliana.

Un conflitto che è sfuggito di mano alla politica siciliana, incapace di prevenirne gli effetti e che oggi è sulla scrivania della procura della Repubblica di Palermo che ha già avviato le indagini.

Danno erariale, danno politico, danno amministrativo, possibile perdita delle risorse del Piano Giovani e perdita di credibilità della politica (ammesso e non concesso che la politica siciliana sia ancora credibile). 

Questo è il risultato di una guerra senza esclusione di colpi tra l’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello, indicata dal Governo regionale come unica responsabile dello sfascio dell’azione sui tirocini formativi e del fallimento del Piano Giovanni.

Non solo l’assessore Scilabra ed il collega al Lavoro, Giuseppe Bruno, ma anche il presidente ed amministratore delegato di Italia Lavoro, Paolo Reboani, intervenendo ai lavori della Commissione Cultura e Lavoro all’Ars ha puntato il dito contro l’operato dell’ex dirigente generale, annunciando l’azione legale contro la dottoressa Corsello per tutelare l’immagine della società.

La politica, inghiottita dagli eventi, ha cercato di reagire per rimettere al centro del dibattito l’intera vicenda. Lo hanno fatto i parlamentari della minoranza che hanno chiesto all’assessore Scilabra di assumersi la responsabilità politica su quanto accaduto, chiedendole un passo indietro.

Marco Falcone, capo gruppo di Forza Italia a sala d’Ercole, ha annunciato la mozione di censura con richiesta di dimissione dell’assessore Scilabra che sarà discussa in aula martedì prossimo.

Anche i parlamentari della maggioranza hanno scaricato l’assessore Scilabra, così come i grillini.

Oltre alla relazione, che Nello Musumeci, leader di Lista Musumeici, ha definito una contro-denuncia, contro la dottoressa Corsello, l’assessore Scilabra non ha compiuto alcun passo in avanti in merito alle soluzioni possibili per uscire fuori dal caos e salvare il Piano Giovani.

Incalzata sia dai deputati della minoranza che dai rappresentanti del PD, Giovanni Panepinto, Filippo Panariello e Mariella Maggio, l’assessore Scilabra non ha fornito risposte esaustive, così come il collega il Lavoro, Bruno.

Dicevamo della difesa a denti stretti dell’assessore Scialabra, che ha suscitato un coro di critiche in fase di apertura dei lavori della Commissione per l’assenza della controparte (in genere, non si parla mai contro una persona assente).

Quello dell’assessore alla Formazione professionale è stato un attacco frontale alla dottoressa Anna Rosa Corsello, alla quale non ha risparmiato nulla.

Nella citata relazione, dettagliata e puntigliosa, presentata all’apertura dei lavori dell’odierna audizione alla commissione Cultura e Lavoro all’Ars, la Scilabra ha contestato ogni parola dell’arringa dello scorso 26 agosto dell’ex dirigente generale dei dipartimenti Formazione professionale e Lavoro.

“Ho trovato un settore sbilanciato verso gli enti formativi ed ho intrapreso un percorso di cambiamento della Formazione professionale per avvicinarlo ai giovani e renderlo efficace ed efficiente. Mi sono messa all’opera per evitare la perdita delle risorse del Piano Giovani, procedendo da subito alla rivisitazione di questo strumento”.

È un susseguirsi di accuse, quelle della Scilabra: “Il dirigente generale Corsello non ha adottato provvedimenti di spesa nonostante i miei atti di indirizzo”.

“Al 31 ottobre 2013, alla scadenza del monitoraggio sulle attività – afferma la Scialbra, leggendo la sua relazione – non c’era stato alcun avanzamento fisico, delle azioni che si sarebbero dovute concludere entro il 31 dicembre nel rispetto del crono programma ministeriale a valere sul Piano Giovani. E fu proprio la dottoressa Corsello – aggiunge – ad evidenziarmi le difficoltà sulla gestione del piano e sulla spesa delle risorse”.

“Se non avessi rimodulato il Piano e l’utilizzo delle risorse – sottolinea l’assessore alla Formazione professionale – la Sicilia avrebbe rischiato seriamente di perdere le risorse”.

“La soluzione individuata, quella di avvalerci del Formez per la priorità 3 del Piano e di Italia Lavoro e Sviluppo Italia Sicilia, come previsto dalle disposizioni vigenti nazionali e comunitarie – aggiunge – non fu il frutto di una mia autonoma scelta, ma di una condivisione con il dirigente generale. Mi dispiace che questo non sia emerso nella relazione della Corsello”.

Già è un’ammissione di responsabilità, da parte dell’assessore.

“La scelta del Formez – dice sempre la Scilabra – è legata al fatto che è il migliore soggetto nel settore istituzionale. Decisione avvenuta prima della messa in liquidazione dell’ente. Stessa cosa per le altre due società che sono enti strumentali dello Stato e della Regione siciliana ed in quanto tali possono essere destinatari solamente di affidamenti diretti”.

“La scelta di rivedere il Piano è stato condivisa con la dottoressa Corsello – tuona la Scilabra – e apprezzata dai rappresentanti ministeriali e comunitari. È priva di fondamento quanto asserito dal dirigente generale che se ne è lavata le mani”.

Continuando la lettura della relazione, l’assessore attacca frontalmente la dottoressa Corsello:

“La stessa aveva con Italia Lavoro deciso di intraprendere un percorso che avrebbe utilizzato i 65 Centri per l’impiego e che fu una sua collaboratrice a curare la stesura definitiva del funzionigramma, così come il dottore Domenico Giubilaro ne aveva curato alcuni aspetti”.

L’assessore lascia chiaramente intendere che nessun atto sia mai stato posto in essere nella rimodulazione del Piano Giovani, dai collaboratori dell’ufficio di diretta collaborazione. Così come rintuzza l’ex dirigente generale accusandola di non averla mai informata su tutti i passaggi operati dal dipartimento Formazione professionale in merito agli adempimenti tecnici e procedurali del Piano Giovani.

L’affondo, poi, l’assessore Scilabra lo riserva sul rapporto con Italia Lavoro:

“La dottoressa Corsello non ha mai rappresentato alcuna contrarietà sulla gestione del Piano Giovani. Se aveva dubbi su Italia Lavoro – stigmatizza la Scilabra – perché ha firmato la convenzione con la società utilizzandola per l’espletamento di compiti istituzionali del dipartimento? Su questo aspetto nessuna riserva è mai stata posta dalla Corsello. È lei che ha avviato il procedimento per la scelta del contraente, ottenendo il nullaosta ministeriale per l’avvalimento della società Italia Lavoro in relazione sia al Piano Giovani che a Garanzia Lavoro”.

“Sono atti che smentiscono la dottoressa Corsello – aggiunge l’assessore – sulla scelta di Italia Lavoro la cui responsabilità è solamente sua. Appare evidente come sono andati i fatti”.

“E’ stato l’allora dirigente generale – rilancia le accuse la Scilabra – ad approvare il progetto esecutivo e ad ha affidare 2 milioni di euro ad Italia Lavoro ai quali ha aggiunto altri tre milioni sulla priorità 7 per i servizi per il lavoro in favore dei Centri per l’Impiego, nonostante le mie perplessità di affidamento ad Italia Lavoro”.

“Ed è stata la dottoressa Corsello ha dichiarare che i Centri per l’Impiego servivano solo per la funzione di supporto delle attività dando ad Italia lavoro il compito di riqualificare il personale per l’attuazione della Garanzia Giovani”.

Circostanze, quelle riferite in commissione Cultura e Lavoro all’Ars dall’assessore alla Formazione professionale, che smentiscono la tesi sostenute dalla dottoressa Corsello circa il fatto che le scelte fossero state assunte a seguito di volontà non riconducibili alla stessa.

“È la dottoressa Corsello – dice ancora l’assessore – che ha firmato tutti i provvedimenti amministrativi, approvato i progetti, stabilito i prezzi, affidando le risorse ad Italia Lavoro e non ha attuato i provvedimenti a tutela dell’Amministrazione regionale a seguito della decisione di revocare il finanziamento alla società”.

“Sono provata come giovane, come donna e come rappresentante di questo Governo – racconta la Scilabra – con stupore ho letto la relazione della dottoressa Corsello e non comprendo come un dirigente così preparato può aver dichiarato e scritto di essere costretta da me, trovo questo assurdo e surreale. Come è possibile sostenere la tesi delle pressioni che sarebbero partite da una giovane e dirette ad uno dei più preparati dirigenti della Regione siciliana?”.

“Ho sollecitato l’ex dirigente generale – prosegue nella lettura l’assessore alla Formazione professionale – ad adottare atti amministrativi importanti sui quali ancora oggi attendo risposte”.

“La ricostruzione dei fatti contenuta nella relazione della dottoressa Corsello non risponde a verità – dice sempre l’assessore – così come è piena di contraddizioni la ricostruzione sulla gestione della piattaforma informatica per il click day, perché gli atti sono esclusivamente suoi, come dimostrano gli atti compiuti per la collaborazione con la società Ett”.

“Molte parole della Corsello mi hanno addolorato – prosegue la Scialbra – come se fossi stata io la responsabile dello sfascio del click day in combutta con Italia Lavoro. È una ignobile infamia, non ci sono carte che possono provarlo, perché non sono mai entrata negli aspetti tecnici ed ho sempre e solo preteso, quello sì, la funzionalità delle attività previste nel Piano Giovani”.

“La mancanza della dovuta attenzione del Piano Giovani – rilancia la Scilabra – i cui ritardi imputabili all’ex dirigente generale, hanno messo più volte a rischio l’attuazione del Piano e l’utilizzazione delle risorse. Ritardi nell’avanzamento che mi hanno spinto a intervenire per evitare la perdita del finanziamento”.

“Emergono contraddizioni, lacunosità ed incongruenze non accettabili – aggiunge l’assessore alla Formazione professionale -. Sulle previste scadenze per la spesa ho spesso rincorso la Corsello, che è rimasta sorda alle mie continue sollecitazioni. Anche il presidente Crocetta l’ha sollecitata per l’ingiusto ritardo nei pagamenti ai lavoratori della Formazione professionale, senza alcun risultato”.

“Ieri a Roma al ministero hanno mostrato molte perplessità sul programma d’investimento del Piano giovani – dichiara La Scilabra – esprimendo un giudizio negativo sull’ultimo avviso pubblico della Corsello. Ho già avviato con Gianni Silvia, il neo dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, l’interlocuzione con organismi istituzionali della Regione per superare le criticità”.

“Questa vicenda è una pagine indelebile di grave squallore per la Sicilia – dice ancora l’assessore – che ha visto buttare al vento 5 miliardi per una formazione professionale che è servita a finanziare escort, gite e campagne elettorali”!.

Poi l’attacco ai parlamentare del PD presenti in Commissione Lavoro:

“Non condivido la mozione di sfiducia sulla mia persona, perché ho operato per il bene comune e sono con la coscienza a posto. Forse anche dal mio partito troverete l’appoggio per la mozione di sfiducia, un partito che non ha saputo convocare riunioni per denunciare gli scandali, limitandosi ad attaccarmi”.

“La mia giovane età è un vantaggio per questa Sicilia – conclude la Scilabra – sono pronta al cambiamento con i giovani che aspettano le risposte e con i deputati che non si vendono per un piatto di lenticchie, perché indietro non si torna”.

A margine dell’intervento dell’assessore Scilabra, il presidente della commissione Lavoro, Marcello Greco, ha letto un messaggio della dottoressa Corsello con il quale ha annunciato di aver richiesto all’autorità giudiziari di essere ascoltata, evitando dichiarazione al di fuori delle aule giudiziarie.


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