Piano Giovani, gli aspiranti tirocinanti due anni dopo Chi spera, chi non vuole saperne e chi ha perso email

C’è chi, seppure scettico, ci spera ancora, chi non ne vuole più sapere e chi avrebbe voluto pensarci su ma non ha potuto perché l’email è finita nella cartella spam. Il racconto della seconda vita – anche se la prima in realtà non è mai esistita – del Piano Giovani inizia come una tradizionale barzelletta, ma si conclude senza risate e, come spesso accade quando si fanno i conti con la pubblica amministrazione, con poca chiarezza e tanto scoramento. 

Mentre negli uffici regionali si tenta di capire quali imprenditori siano ancora disponibili ad attivare i tirocini, tra quelli che parteciparono al secondo click day – quello del crash del portale on line da cui iniziò l’ondata di polemiche sulla gestione del reclutamento e che portò alla sospensione dell’iniziativa -, i malumori serpeggiano anche tra quanti hanno preso parte alla prima fase di selezione nell’ormai lontano 14 luglio 2014.

A maggio la Regione ha ripreso i contatti con gli aspiranti tirocinanti, capaci di incrociare il proprio profilo professionale con le richieste delle aziende aderenti al progetto. Per farlo, ha inviato una email in cui si chiedeva di far pervenire la propria disponibilità a riprendere il percorso sospeso. Dalle risposte sono state stilate tre tabelle, relative rispettivamente a chi aveva detto sì, chi non era più disponibile e chi non aveva risposto. Il tempo concesso a questi ultimi è stato di cinque giorni. Sufficiente per rifletterci su a patto di aver ricevuto la comunicazione. «A distanza di settimane mi sono accorta per caso di averla in spam – racconta Alessandra -. Non l’avevo vista e dalla Regione non hanno fatto altro per informarmi». Un’occasione sprecata che, tuttavia, nel caso specifico ha suscitato poca amarezza. «Non avrei accettato e comunque non avrei potuto perché nel frattempo ho partecipato a Garanzia Giovani, l’altro programma previsto dalla Regione per gli under 29. Come mi sono trovata? Malissimo. Ho dovuto cercare da me il lavoro e le condizioni non rispettavano quanto previsto dal contratto».

C’è poi chi, pur avendo letto l’email, ha preferito declinare l’invito. È il caso di Denis, che dal 2014 a oggi è riuscito a trovare un lavoro, ma senza fare affidamento sulle opportunità offerte dalla Regione che, per i tirocini del Piano Giovani, aveva stanziato in origine 22 milioni di euro. «Sì, ho detto di no – spiega Denis – perché dopo quello stop sono riuscito a trovare lavoro. Cosa ne penso di questa nuova proposta della Regione? Credo dovrebbero cambiare le batterie agli orologi».

Le perplessità, tuttavia, si diffondono anche tra quelli che hanno accettato l’invito, perché in tempi di crisi poter ambire a uno stage retribuito per sei mesi per molti rimane un’occasione da non perdere. Come nel caso di Piero Alberto. «Ai tempi ero studente universitario, nel frattempo mi sono laureato e sto facendo pratica nello stesso studio in cui avrei dovuto fare il tirocinio – racconta -. Poiché la pratica è uno step doveroso nella mia professione, il tirocinio mi permetterebbe di poter affrontare i restanti mesi in maniera più tranquilla ed autonoma». Il condizionale, però, è d’obbligo visto che, a distanza di mesi, Piero Alberto non ha più saputo nulla. «Le tempistiche si giudicano da sole – sottolinea – ma sarei già contento se arrivati a questo punto si sbrigassero ad avviarli concretamente».

Meno fiduciosa Diamante, studente in Psicologia che due anni fa ha sperato di poter intraprendere l’attività nel settore di preferenza: «Non so più se questo famoso Piano Giovani partirà davvero o meno – dichiara -. A maggio mi hanno contattato via mail, ma inizio a pensare sia una presa in giro. Tra l’altro fra qualche mese inizierò la specialistica e non avrò più molto tempo da dedicare». Non resta quindi che guardarsi attorno e provare a fare da sé. «In questi anni sono riuscita a trovare un lavoro. In quale ramo? Non di certo nel mio, oggi è alquanto difficile far coincidere ciò per cui hai studiato anni con un lavoro che ti appaghi».

A far capire, infine, che anche stavolta la gestione del Piano Giovani non è andata al meglio è la storia di Vincenzo. Trentatré anni, originario della provincia di Trapani, è tra quelli che non ha mai risposto alla mail della Regione. E non per scelta. «Il Piano Giovani di due anni fa? Non ce l’ho fatta e non ho più saputo nulla», racconta. Eppure il suo nome rientra tra quelli della tabella C, pubblicata a firma del dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale Gianni Silvia. Una vicenda su cui Vincenzo, che oggi fa il giardiniere – «ma spesso in nero, perché qui c’è poca sensibilità per il verde e ti pagano poco» -, ammette di non esserne a conoscenza. «Dicono che mi hanno mandato una mail? Io non ne ho ricevute». A meno che, anche nel suo caso, la proposta della Regione non sia finita in spam, la spazzatura virtuale.


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La Regione a maggio ha chiesto a chi ha partecipato alla selezione nel 2014 se fosse ancora interssato al progetto, interrotto dopo il crash del portale che doveva gestire gli incroci con le aziende. Per molti di loro vita è cambiata, ma soprattutto è aumentata la distanza dalla pubblica amministrazione

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