Piano Giovani e tirocini: quale legge stabilisce che, per partecipare al bando, bisogna possedere un computer e andare sulla rete?

DI FATTO, SI STANNO ASSEGNANDO SOLDI PUBBLICI ESCLUDENDO COLORO I QUALI NON ‘NAVIGANO’ SU INTERNET. TUTTO QUESTO E’ LEGITTIMO?

A proposito della corsa per l’assegnazione di 800 tirocini formativi da 500 euro al mese per sei mesi vorremmo porre qualche domanda. Non ci rivolgiamo al presidente della Regione. E nemmeno all’assessore regionale alla Formazione professionale. E nemmeno alla dirigente generale del dipartimento regionale Formazione professionale.

Ci rivolgiamo a chi si occupa di far rispettare la legge. E ci rivolgiamo anche ai parlamentari di Sala d’Ercole.

Vorremmo sapere in base a quale principio – e possibilmente in base a quale legge – per partecipare a un bando bisogna essere in possesso di un computer. Per essere ancora più chiari: a noi non interessa il flop registrato ieri dal ‘sistema’ messo in piedi dall’Amministrazione regionale. Né, tanto meno, la bravura e la velocità richieste ai giovani per collegarsi al sito e arrivare prima degli altri.

A noi interessa capire se un giovane disoccupato – chiunque esso sia – per potere partecipare a un bando ed eventualmente accedere a un tirocinio formativo deve, a norma di legge, possedere un computer collegato in rete. E debba, ovviamente, saperlo utilizzare.

Le cose stanno così? E chi l’ha stabilito?

Un nostro lettore ci dice che ci sono tanti giovani disoccupati che non vanno sulla rete. Non abbiamo motivo per non credergli. Mentre abbiamo molti motivi per chiederci e chiedere se è corretto escludere da un bando i disoccupati che non vanno sulla rete, magari perché non hanno nemmeno i soldi per acquistare un computer. Forse perché nella vita non hanno mai avuto occasione di conoscere un computer.

Insomma: i giovani che non vanno sulla rete non hanno diritto a partecipare al Piano Giovani? Ripetiamo: sulla base di quale legge?

In ballo c’è un progetto da 100 milioni di euro. Risorse europee trasformate con un marchingegno in fondi nazionali per favorire l’occupazione giovanile. Questi soldi verranno assegnati tutti così, escludendo i giovani che non vanno sulla rete? E se chi è stato escluso – perché non va sulla rete – e presenterà ricorso e vincerà chi pagherà? Interverrà la Corte dei Conti? A carico di chi?

A noi sembrano domande legittime. Non sappiamo se le ‘autorità’ o i parlamentari dell’Ars risponderanno alle nostre domande.

Ci auguriamo che tra i nostri lettori ci sia anche qualche giurista in grado di dare a noi – a tutti i lettori di Link Sicilia – e ai giovani che non vanno sulla rete una risposta.

Foto di prima pagina tratta da agrigentooggi.it


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