Con un delibera del 28 dicembre, la giunta Crocetta ha deciso di trasferire gli oltre 22 milioni di euro destinati agli stage. All'origine della scelta, il timore di dover fronteggiare i numerosi contenziosi con gli enti di uno dei settori più discussi. Cgil: «Ennesima dimostrazione di inadeguatezza»
Piano giovani, addio ai tirocini per gli under 35 Regione dirotta risorse nel settore formazione
Addio tirocini per i disoccupati. L’atto finale del Piano giovani è un colpo di scena, uno di quelli che pur essendo nell’aria – dati gli innumerevoli intoppi succedutisi nel tempo – in fondo non ti aspetti. O perlomeno non ti auguri. Di certo non se lo auguravano le migliaia di ragazzi che negli ultimi tre anni hanno sperato di poter beneficiare dell’opportunità di fare esperienza lavorativa grazie ai finanziamenti previsti dai fondi Pac. E alla delusione, di per sé forte se si considera che la Sicilia è la regione con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, bisognerà aggiungere la beffa. Perché difficilmente potrà essere interpretata in altro modo la motivazione con cui la giunta Crocetta ha dirottato gli oltre 22 milioni di euro riservati ai tirocini: accumulare risorse per mettere la Regione in condizione di fronteggiare i numerosi contenziosi con gli enti della formazione professionale.
La decisione è stata presa il 28 dicembre scorso, con una delibera in cui si fa presente la necessità di rimpinguare la priorità 3 del Piano giovani – quella riservata alla formazione professionale – perché «a oggi inadeguata, a fronte di ulteriori esigenze sopravvenute». Esigenze che, come detto, riguardano le molteplici situazioni che vedono la Regione esposta nei confronti degli enti della formazione, a partire dal contenzioso con Cefop per il quale l’amministrazione pubblica è stata già condannata dal Tar di Palermo.
Per chi si chiedesse che fine faranno i progetti di inserimento lavorativo annunciati a gran voce da Crocetta, la risposta sta nell’attesa. Proprio così. Nella delibera, infatti, la giunta rinnova il proposito di dare seguito a tutte le azioni comprese nel Piano giovani, inclusa quella riguardante i tirocini, rimandando però il momento della loro attuazione. E, soprattutto, il reperimento delle risorse necessarie: «Il sostegno delle priorità non più attivate all’interno del Piano è comunque garantito da altri strumenti finanziari». Che, in altre parole, significa attendere la nuova programmazione dei fondi europei.
Nell’atto della giunta regionale si fa poi riferimento al fatto che, in ogni caso, buona parte degli obiettivi sarebbero stati raggiunti grazie a Garanzia giovani, il progetto pensato dal governo nazionale per favorire l’occupazione giovanile. Sorvolando, però, sui due diversi target: infatti, mentre il Piano giovani era rivolto agli under 35, nel caso di Garanzia giovani per poter accedere bisogna non avere più di 29 anni.
Tra i primi a commentare la decisione la Cgil, secondo cui si tratta dell’ennesima «dimostrazione del fallimento e dell’inadeguatezza di questo governo nel risolvere i gravi problemi della nostra regione». A maggior ragione, dopo la diffusione appena qualche giorno fa della notizia secondo cui la Regione era in procinto di finanziare oltre 2mila tirocini.
Negli ultimi due anni il Piano giovani era stato al centro di altre due polemiche. Nel primo caso, il fallimentare click day dell’estate 2014, lo scontro tra l’allora assessora Nelli Scilabra e la dirigente Anna Rosa Corsello aveva costretto la prima all’addio, mentre nel secondo era stato il governo Renzi che pochi mesi dopo, con la legge di stabilità, aveva ritirato oltre 112 dei 452 milioni di euro in dotazione al progetto, per l’incapacità da parte della Regione di impegnare le risorse. «Quei soldi – commenta la Cgil – sono serviti per fornire incentivi alle aziende perlopiù del Nord. A discapito, ancora una volta, dei giovani siciliani». Che adesso, a quanto pare, saranno costretti a buttar giù un altro boccone amaro.