«Difenderemo il piano regionale in tutte le sedi, vigilando sulla sua piena applicazione», questo il messaggio veicolato nei video-appello diffusi dai sindaci di Santa Lucia del Mela, Pace del Mela, Monforte Marina, Condrò e San Pier Niceto, comuni da sempre schierati per la salvaguardia dell’ambiente nell’area tirrenica. Assenti, al momento, i comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, su cui incide maggiormente la presenza della Raffineria.
In occasione dello stato di agitazione dei lavoratori dell’indotto della Raffineria di Milazzo, il dirigente della Ram Luca Amoruso ha più volte ribadito che il «piano contiene dei parametri non previsti dalle normative», mentre il consiglio comunale di Milazzo in adunata urgente ha votato un documento congiunto con il quale invita i deputati regionali a «discutere i margini di possibilità offerti nel rispetto dei parametri previsti dalle normative nazionali ed europee». Un’affermazione che si presta a interpretazioni e che mostra una crepa nel fronte a difesa della salute pubblica. «Il lavoro si difende favorendo gli investimenti per gli adeguamenti ambientali, non evitandoli», afferma in una nota stampa congiunta il Movimento No Inceneritori della Valle del Mela.
Numerosi i comitati siciliani per la difesa del territorio che hanno lanciato la campagna siciliana #PianoSalvaAria Sicilia – Difendi il clima, il primo passo è stato chiedere alle amministrazioni di occupare la prima linea nella lotta a difesa di una giustizia sociale e ambientale con un messaggio incisivo. Il piano, varato da numerose regioni in tutto il Paese, fa riferimento a un documento emesso dell’Ue, le Bat Conclusions, e «rappresenta lo strumento di pianificazione delle strategie di intervento volte a garantire il mantenimento della qualità dell’aria in Sicilia e il suo miglioramento» lì dove esistono elementi di criticità.
Esso prevede limiti alle emissioni più o meno restrittivi a seconda delle tecnologie utilizzate. Intanto sono diverse le aziende, interessate dalla revisione Aia, che hanno presentato ricorso al Tar per l’annullamento del Piano, poiché gli impianti industriali sarebbero gravati da costi onerosi e insostenibili tali da da costringere alla chiusura dei cicli produttivi. L’ultimo ricorso è quello di Italcementi di Isola delle Femmine respinto dal TAR di Palermo il 29 maggio scorso.
Il piano aziendale degli insediamenti industriali è dunque al centro del dibattito pubblico nei territori interessati dalle industrie pesanti, soprattutto in quelli dove le elezioni amministrative sono alle porte e il tema dell’ambientalismo può essere trattato congiuntamente a quello dell’occupazione oppure in antitesi.
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