La trattativa prevede il pagamento anticipato di alcune mensilità per quei che hanno già raggiunto anni di anzianità all'interno dell'azienda. Adesso i sindacati chiedono all'azienda di «conoscere il piano industriale e le intenzioni future dei vertici»
Pfizer, ipotesi di accordo con i vertici dell’azienda Gruppo di lavoratori accetta trasferimento di sede
È stata ratificata stamattina, nella sede del PalaRegione del capoluogo etneo, l’ipotesi di accordo sottoscritto una settimana fa che potrebbe risolvere la vertenza che vede protagonisti 130 lavoratori dello stabilimento catanese di Pfizer. Dopo tre incontri tra i vertici dell’azienda americana del farmaco in Italia, gli assessori regionali e i sindacati, che chiedevano con urgenza che l’argomento finisse al centro dei tavoli del governo nazionale, adesso sembra esserci stata una svolta. I lavoratori dovranno esprimersi sull’accordo nel corso di un’assemblea fissata per giorno 28. Tra gli incentivi che la Pfizer ha offerto ai lavoratori ci sono le 48+9 mensilità per chiudere la vertenza estesa a tutti i lavoratori compresi coloro che possono usufruire del prepensionamento.
«L’ipotesi di accordo prevede il pagamento di 57 mensilità a coloro che, tra i 130 lavoratori, accetteranno – afferma Giuseppe Coco di Fimca Cgil – Questo riguarderà chi è vicino ai 67 anni, quindi al pensionamento, chi ha già 24 anni di anzianità e coloro che hanno accumulato oltre cinque anni di esperienza all’interno dell’azienda. Rimangono poi i lavoratori a tutele crescenti, ovvero coloro che sono stati assunti dal 2015 in poi. A loro sarà pagata una mensilità per ogni anno di servizio, più due mensilità per ogni figlio a carico». Adesso si attende l’assemblea del prossimo 28 aprile in cui i dipendenti decideranno se accettare o meno quanto gli è stato proposto. I pagamenti delle mensilità non escludono comunque l’abbandono dei lavoratori dello stabilimento catanese. Mentre undici di loro hanno accettato il trasferimento nello stabilimento di Ascoli Piceno, i rappresentanti sindacali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici affermano di «aver fatto il possibile per salvare il salvabile. Ma il dialogo deve continuare e il governo centrale deve farsi carico della questione perché al momento non ci sono garanzie sul futuro piano industriale. Non sappiamo quali sono i prossimi passi che vorrà fare l’azienda».
L’accordo su cui sembra essere stata trovata l’intesa riguarda dunque una riduzione dei livelli occupazionali attraverso un’importante incentivazione economica all’esodo volontario del personale prossimo alla pensione e di coloro che, anche se non immediatamente pensionabili, vogliono lasciare in anticipo il posto di lavoro. Fino al prossimo 30 novembre si farà in modo di sfoltire e svecchiare l’organico per far quadrare i conti, lasciando in azienda i più giovani, con l’impegno da parte di Pfizer di assorbire eventuali esuberi rimanenti. In questo senso sindacati e azienda hanno già concordato un vertice a giugno per monitorare l’andamento di quanto stabilito con la firma del verbale odierno, dopo quattro giorni di riunioni a oltranza e due mesi di trattative. L’accordo sindacale adesso dovrà superare l’assemblea dei lavoratori.