I fatti si sono verificati l'anno scorso. Gaspare Giacalone, e la vice Marcella Pellegrino, riceverono buste con intimidazioni e anche una cartuccia di pistola. I magistrati di Marsala, però, facendo riferimento alla situazione personale dell'autore, hanno dichiarato che la vicenda non avrebbe messo seriamente a rischio nessuno
Petrosino: proiettile al sindaco, chiesta archiviazione Procura: «Minacce non gravi, assenza di seri pericoli»
Inviò lettere di minacce al sindaco di Petrosino e al suo vice, la procura di Marsala ha però deciso di chiedere l’ archiviazione la posizione dell’uomo. I fatti risalgono al periodo compreso tra maggio e giugno dello scorso anno quando, in piena campagna elettorale, Gaspare Giacalone e Marcella Pellegrino ricevettero buste contenenti messaggi di minacce e, in un’occasione, anche la cartuccia di una pistola. Il pubblico ministero Federico Panichi ha però optato per la richiesta di archiviazione «per la tenuità del fatto» alla luce delle condizioni in cui versa l’autore delle lettere, disoccupato e padre di due figli.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo avrebbe agito per disperazione al fine di ottenere un posto di lavoro finanziato dal comune. Per la procura, insomma, il sindaco e la sua vice non avrebbero corso alcun pericolo. Con ogni probabilità l’avvocato Valerio Vartolo, che rappresenta Giacalone, presenterà opposizione contro la decisione della procura del tribunale lilybetano.
Intanto Giacalone ha affidato ai social network il proprio sfogo. «Siamo terra di nessuno! – si legge in un post su Facebook -. Nella terra di nessuno succede che un tizio manda diverse lettere di minacce di morte e perfino una busta contenente dei proiettili al sindaco e pure al vicesindaco. Sempre nella terra di nessuno si indaga e si accerta l’autore. Poi, però, si mette nero su bianco che le minacce in fondo sono tenui e si archivia tutto. Evidentemente nella terra di nessuno le minacce devono andare oltre per essere prese seriamente. E allora lasciateci soli e ammazzateci tutti». Sull’uomo indicato dagli inquirenti come l’autore delle missive, Giacalone ha sottolineando di non conoscerlo, aggiungendo di essere all’oscuro dei motivi che si sarebbero celati dietro alle minacce.