Periferie, progetto per Librino escluso dal Governo Consegnato nel 2015 era tra interventi più attesi

«Un programma di recupero straordinario per il più importante intervento di urbanizzazione secondaria a Librino». Toni trionfalistici e una buona dose di speranza che, il 21 novembre 2015, accompagnavano le parole del sindaco Enzo Bianco per annunciare la partecipazione del Comune di Catania al bando nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate. A distanza di quasi due anni ecco l’amaro epilogo della vicenda con la pubblicazione della graduatoria, effettuata il 6 giugno 2017, da parte della presidenza del Consiglio dei ministri. Un documento di dieci pagine, firmato dalla sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi, che esclude il capoluogo etneo dai finanziamenti per il recupero delle periferie. 

I progetti ammessi ai finanziamenti sono in totale 46 a fronte di una lista che comprende ben 451 enti con idee ritenute idonee. Tra chi ha passato la selezione ci sono le città siciliane di Acireale e Agrigento a fronte di un elenco che presenta ai vertici Brescia, Ancona e Biella. Di Catania però non c’è nemmeno l’ombra. «Non sapevo della pubblicazione del provvedimento – commenta a MeridioNews l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo – adesso attiverò i miei dirigenti per capire che cosa non ha funzionato». Chi non è rientrato nel primo gruppone dei 46 Comuni tuttavia può ancora sperare o nello scorrimento della graduatoria o nella possibilità di qualche ulteriore stanziamento di risorse nei prossimi tre anni. 

Ma cosa prevedeva il bando nazionale per le periferie? Inserito nella legge di stabilità del 2015, con un fondo iniziale di 200 milioni di euro, il piano si è progressivamente sgretolato con il passare dei mesi. La forbice ha dato un vigoroso taglio proprio ai soldi, scesi a 78 milioni di euro utili per finanziare 46 progetti. La scadenza per la presentazione delle domande era fissata al 30 novembre 2015. Ed è proprio a pochi giorni da questa data che Palazzo degli elefanti ufficializzava la sua candidatura, attraverso un comunicato stampa, con l’obiettivo del rilancio della più grande e complicata periferia di Catania. Dentro a un contenitore chiamato Librino, città nella città erano finite proposte per interventi che riguardavano le strade, i parchi, gli orti botanici, il recupero di edifici e strutture sportive, come il campo San Teodoro. Per il tempio del rugby targato Briganti Librino l’attesa era tutta per la ristrutturazione del rettangolo di gioco e del grande edificio attiguo. «Non una serie di semplici interventi strutturali ma azioni concrete che tengono conto dell’aspetto sociale, di quello occupazionale, della marginalità e della disoccupazione», proseguiva il comunicato ancora consultabile online. Il Comune aveva anche lanciato un avviso pubblico destinato a enti e associazioni che volevano sviluppare i loro progetti nel quartiere periferico della città.

Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle domande è iniziato il lavoro di un’apposita commissione di valutazione. L’organismo negli anni, come riportato dal sito Edilportale, si è riunito quasi 30 volte fino alla seduta conclusiva di fine gennaio 2017. In questo arco di tempo sono state valutate le proposte dei Comuni effettuando una vera e propria scrematura. Su 870 richieste di finanziamento, compresa quella inviata dal Comune di Catania, ne sono state ammesse poco più di 400. Tra queste però non è presente quella del capoluogo etneo. A conti fatti il progetto Librino, città nella città potrebbe essere finito tra quelli che la commissione di valutazione ha ritenuto inammissibili

Per il Comune è andata meglio con il bando periferie lanciato sempre dal governo nazionale ma a maggio 2016. Il piano voluto da Roma prevedeva uno stanziamento di 18 milioni di euro per le città capoluogo e di 40 milioni di euro per le città metropolitane. Nella graduatoria definitiva, pubblicata a gennaio 2017, Catania si è piazzata in 93esima posizione su 120 enti in totale ammessi. Tra gli interventi da realizzare quelli nei quartieri di San Giovanni Galermo e di Trappeto nord


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