È stato stroncato da un infarto. Così sarebbe morto, stando alle prime conclusioni dell’autopsia che non è ancora stata depositata, il collaboratore di giustizia Armando Palmieri. L’uomo che è stato trovato senza vita il 17 marzo all’interno della sua abitazione di contrada Bosco Falconeria a Partinico, nel Palermitano. Quindi, il pentito sarebbe deceduto di morte naturale proprio qualche giorno prima di un confronto davanti all’autorità giudiziaria di Caltanissetta con Baldassare Lauria, primario in pensione del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Alcamo. Il medico che il collaboratore di giustizia è stato accusato di avere organizzato tre incontri tra uomini dei servizi segreti deviati e il capomafia alcamese Vincenzo Milazzo. Incontri che si sarebbero tenuto nella primavera del 1992, pochi mesi prima delle stragi di Capaci e via D’Amelio dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme agli uomini della scorta. Milazzo e la compagna Antonella Bonomo vennero assassinati nel luglio di quello stesso anno.
Oggi i carabinieri a il personale della Direzione investigativa antimafia hanno perquisito le abitazioni dei figli e della compagna di Palmieri alla ricerca di un memoriale che, però, non è stato trovato. Sul decesso, da subito riportato a cause naturali, è stata aperta un’inchiesta proprio per il ruolo avuto dal collaboratore di giustizia in alcune indagini delicate. In particolare nell’ambito del processo ‘Ndrangheta stragista.
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