Se le intenzioni dell'amministrazione sembrano remare nella direzione di una mobilità sostenibile, tra il dire e il fare di mezzo c'è l'assenza di telecamere per le zone a traffico limitato e la carenza di personale della polizia municipale. Guarda le foto
Pedonalizzazioni, il punto a due anni dal piano comunale Tra obiettivi, ipotesi e traguardi «la città resta indietro»
«Abbiamo messo a punto un imponente programma di pedonalizzazioni di piazze e vie». È il 25 gennaio 2020 quando l’amministrazione comunale annuncia il piano di pedonalizzazione del centro storico. Da piazza Duomo a piazza Università fino a via Etnea e alle strade adiacenti, passando per la pescheria, via dei Crociferi, piazza Dante e via Garibaldi. La maggiore attenzione verso l’implementazione di una vera mobilità sostenibile – non ultimo il recente annuncio dei monopattini elettrici -, a distanza di quasi due anni stenta ancora a decollare, con zone pedonali esistenti solo sulla carta. «Siamo riusciti a realizzare tutto», dice l’assessore alla mobilità Pippo Arcidiacono a MeridioNews. «Abbiamo riscontrato delle difficoltà nella pedonalizzazione di via Filippo Corridoni – prosegue – perché recherebbe nocumento alla viabilità». Una considerazione che in realtà per Arcidiacono varrebbe anche per altre arterie stradali. «Catania non è come Palermo – dice l’assessore -, la conformazione delle strade non rende semplice la predisposizione di accessi limitati e la deviazione del traffico veicolare».
Nonostante i tanti ostacoli, però, l’implementazione di alcune zone pedonali suscita l’entusiasmo delle associazioni cittadine. «Siamo già a due strade scolastiche e abbiamo quasi completato la pedonalizzazione di largo Odeon – spiega la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello alla nostra testata -, e in piazza Dante abbiamo apprezzato l’eliminazione del parcheggio in via della Biblioteca». In quello che, per Sorbello, è un compromesso accettabile. «In realtà – incalza la presidente di Legambiente Catania -, proprio davanti al monastero dei Benedettini il Comune non ha fatto altro che realizzare una zona 30». Ovvero una zona a traffico limitato che, attraverso una diversa strutturazione della carreggiata e la predisposizione di veri e propri ostacoli, limita il traffico veicolare e costringe gli automobilisti in transito a ridurre la velocità e, conseguentemente, le emissioni inquinanti. La stessa che, per l’associazione, avrebbe senso creare al lungomare «dove sono morte molte persone», aggiunge Sorbello.
«In ogni caso e complessivamente – va avanti l’ambientalista – questa amministrazione ha creato poche pedonalizzazioni». O, se ne ha create, non sono rispettate. È il caso di via Garibaldi, dove il traffico continua a farla da padrone. «I commercianti della zona – dice Sorbello – ci mandano innumerevoli foto dell’ultimo tratto di strada che dovrebbe essere pedonale, ma nei fatti non lo è». In questo caso, però, il mancato rispetto delle zone pedonali passa anche dal regolamento di carico e scarico per i fornitori. «Dovrebbe andare di pari passo alle Ztl perché in tutte le città europee rappresenta uno dei pilastri della mobilità sostenibile – spiega la presidente provinciale di Legambiente – Se ci sono degli orari, devono essere rispettati».
«Entro gennaio 2022 – assicura Arcidiacono -, completeremo i primi otto varchi di Ztl, con l’installazione delle telecamere in diverse strade, tra le quali via Etnea, via Pulvirenti, via Sant’Agata, piazza Università e via teatro Massimo». Un piano di videosorveglianza, in cui a giocare il proprio ruolo è l’Amts, come soluzione alla Malamovida. Sulla pedonalizzazione di piazza Federico di Svevia – sperimentata per due giorni ma non senza polemiche – bisognerà invece trovare una soluzione che possa accontentare commercianti e residenti. «Potremmo utilizzare i parcheggi di via Zurria o il parcheggio Amts di via Plebiscito, così da non nuocere a nessuno – ipotizza Arcidiacono – L’intenzione del sindaco è quella di riuscire a pedonalizzare anche l’ultima parte di via Umberto – continua -, ma si potrà fare solo con il parcheggio in via di realizzazione in Corso dei Martiri della Libertà». In mezzo la predisposizione di una zona pedonale, esclusivamente per le festività, di via Monfalcone. Che, però, rappresenta una prassi natalizia e, dunque, temporanea. Ma anche un’iniziativa dei commercianti della via la cui inaugurazione si terrà oggi.
«Abbiamo perso la fiducia nell’amministrazione perché non si cava un ragno dal buco», è la posizione di Irene Raineri del comitato cittadino Gemmellaro/Sciuti. Per questo sabato prossimo i comitati del centro storico insieme alle associazioni cittadine hanno organizzato un sit-in di protesta allo slogan di via Crociferi è pedonale, per evidenziare il mancato rispetto delle limitazioni. «La manifestazione nasce prima di tutto perché non sono aree effettivamente pedonali – prosegue Raineri – Via Gemmellaro è piena di macchine, non c’è nessun tipo di deterrente». Più che zona pedonale, «via Gemmellaro è tavolinare», ironizza Raineri riferendosi all’attitudine di alcuni locali a occupare più suolo pubblico di quello autorizzato. «Il problema è che le pedonalizzazioni ci sono ma non si tutelano – prosegue -, come in via Pulvirenti dove pur non essendo mai entrate in funzione, le telecamere ci sono». Identica situazione per via Vasta, via Crociferi, piazza Scammacca e via Teatro Massimo. «Ecco – chiosa l’esponente del comitato cittadino – la manifestazione ha anche l’obiettivo di sensibilizzare il catanese medio».