Tre le vittime accertate secondo l'inchiesta della procura di Palermo. L'uomo era stato scarcerato nel 2019 dopo 21 anni di carcere. Entro la fine di aprile dovrà concludersi l'udienza preliminare
Pedofilia, chiusa inchiesta su uomo vicino a Messina Denaro Vincenzo Spezia accusato di violenza e prostituzione minorile
La procura di Palermo ha chiuso l’indagine sul boss Vincenzo Spezia fedelissimo del capomafia latitante Matteo Messina Denaro, accusato di violenza su minori e prostituzione minorile. L’inchiesta, iniziato dai pm della Dda nell’ambito delle ricerche sul padrino di Castelvetrano, era stata trasmessa all’ufficio investigativo di Marsala per competenza territoriale. A scoprire le violenze furono i carabinieri del Ros riascoltando le intercettazioni disposte a carico del boss. Condotte ritenute gravissime che indussero il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e la pm Francesca Dessì a disporre il fermo di Spezia. Tre le vittime accertate: due bambini e una bambina di 9 anni. Solo i due maschi vennero identificati e sottoposti a un incidente probatorio durante il quale confermano tutte le accuse a carico dell’uomo.
Spezia era stato scarcerato nell’estate del 2019 dopo aver scontato una condanna a 21 anni per droga e mafia. Da allora la Dda, visti gli strettissimi legali del boss con Messina Denaro, ha cominciato a intercettarlo. E riascoltando alcune registrazioni sono venuti fuori gli episodi di abusi. Spezia, secondo l’accusa, aveva completamente plagiato e carpito la fiducia di una delle piccole vittime. Alle prime accuse si sono aggiunte quelle relative al presunto pagamento di prestazioni sessuali a ragazzine minorenni. La procura di Palermo deve ora chiedere il rinvio a giudizio di Spezia. L’udienza preliminare dovrà concludersi entro la fine di aprile, pena la scadenza dei termini di custodia cautelare e la scarcerazione.