PD, l’ira funesta del Pelide Antonello e il good bye di Giusy Nicolini

PESSIMA LA FIGURA DI DAVIDE FARAONE E MATTEO RENZI, CHE HANNO SPESO MALE IL NOME DEL SINDACO DI LAMPEDUSA. QUANTO A CRACOLICI, IL PROBLEMA NON STA NELLE PAROLE CHE HA DETTO, MA IN QUELLO CHE FARA’ DA PRESIDENTE DELLA PRIMA COMMISSIONE. NOMINE DEI MANAGER DELLA SANITA’ A RISCHIO?

Più che un Partito, il PD siciliano sembra un circo. Antonello Cracolici, qualche giorno prima dello ‘sbarellamento’ dalla lista per le elezioni europee, parlava di “Circo Barnum dell’antimafia”. Ma non pensava che, di questo spettacolo, lui sarebbe stato uno dei protagonisti.

Diverso il destino di Giusy Nicolini: dichiarata “capolista” nel pomeriggio di domenica scorsa da Davide Faraone, braccio destro del segretario nazionale del Partito, Matteo Renzi, si è ritrovata al numero tre della lista: candidatura nobile, d’opinione, come si dice in questi casi, nel pieno di una ‘guerra’ tra correnti. In pratica, vaso di coccio tra vasi di ferro. Più che logico il suo ritiro dalla lista annunciato oggi.

Lei, il Sindaco di Lampedusa – che immaginava una candidatura di una Sicilia che avrebbe portato al Parlamento europeo il dramma dei migranti che muoiono ‘inghiottiti’ dal Mediterraneo e, magari, d’un’isola lasciata sola, al massimo in compagnia della retorica italiana rimasta tale e quale, nei fatti, da D’Annunzio ad oggi – esce di scena a testa alta.

A fare una pessima figura, in questa storia, è Faraone, che ha dimostrato di essere più ‘casinista’ di Rosario Crocetta e del senatore Giuseppe Lumia messi insieme. Ed esce malconcio – anche se nessuno lo dice – il segretario nazionale del PD, che fa dire a Faraone una cosa che poi viene smentita da una Direzione nazionale che risponde allo stesso Renzi. Dilettanti allo sbaraglio!

Insomma: siamo davanti a personaggi, oggi in primo piano nella vicenda politica del nostro Paese, che usano una persona per bene come Giusy Nicolini per i propri ‘giochi interni’, senza nemmeno rendersi conto che in gioco c’è la loro stessa credibilità!

Ma, a parte la brutta figura fatta dal PD nazionale con il Sindaco di Lampedusa, le cronache di oggi registrano anche gli strali di Antonello Cracolici, in campagna elettorale da quasi un mese.

Si sentiva in una botte di ferro, Cracolici. Invece, ieri, a sorpresa, è stato ‘sbarellato’ in malo modo dalla lista.

“Vittima – ha detto stamattina nel corso di una conferenza stampa andata in scena a Palermo, a Palazzo Reale, sede di quel Parlamento siciliano del quale fa parte – della pseudo-antimafia e della rappresaglia del presidente Crocetta e di un sistema non democratico”.

Per metterlo fuori dalla lista, ha detto, “sono state violate le regole, facendo riferimento, ad esempio, alla questione dei limite dei mandati, sapendo di dire il falso non solo perché lo Statuto non fa riferimento ai mandati in Assemblea regionale siciliana, ma anche perché i limiti, caso mai, riguardano la durata: ovvero tre legislature, per la precisione 15 anni da parlamentare. Io mi sono insediato nel 2001 e il mio mandato non arriva nemmeno a 13 anni”.

Coerente con il suo recente passato, Cracolici non ha rinnegato l’alleanza con il Governo di Raffaele Lombardo. Ma, come ha già precisato nel passato, Crocetta ha poco da recriminare, perché anche lui ha fatto accordi con Lombardo.

Quanto alla campagna elettorale, Cracolici ha detto che appoggerà Caterina Chinnici e Fausto Raciti. 

Resta un punto, di questo scontro, che è rimasto nell’ombra. E che si sintetizza in una domanda: che succederà, ora, a Sala d’Ercole con mezzo gruppo parlamentare del PD messo di traverso rispetto al Governo Crocetta?

Cracolici è presidente della Prima Commissione legislativa: Affari istituzionali. Un altro parlamentare non esattamente crocettiano, Pippo Di Giacomo, è presidente della Commissione sanità. Sbagliamo, o le nomine dei manager della sanità – nomine molto contestate e, alcune, anche un po’ ‘malandrine’ – debbono essere approvate da queste due Commissioni?

Ragazzi, ne vedremo delle belle. Il circo è tutt’altro che in partenza…


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