Per il dopo Helg arriva Patrizia Di Dio «Confcommercio riparte dai valori e dall’etica»

Ripartire dai valori. Patrizia Di Dio, neo presidente della Confcommercio di Palermo, imprenditrice nel settore tessile, presidente nazionale del Terziario donna e di Federmoda, lo dice in apertura della conferenza stampa convocata al nono piano dell’edificio di via Amari, a poche ore di distanza dalla sua elezione all’unanimità. Segna la discontinuità rispetto al passato. Ed indica la strada nel dopo Helg. «Confcommercio riparte dai valori che ha sempre avuto: l’etica, la legalità, il sostegno alle imprese e agli imprenditori – dice -. È questo il nostro punto di partenza: rimettere al centro i valori che ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno». 

E’ la prima donna alla guida della Confcommercio di Palermo. Un primato. Una leadership che arriva a due mesi di distanza dall’arresto di Roberto Helg, finito in manette dopo essere stato sorpreso a intascare una tangente dal pasticcere Santi Palazzolo, in cambio della proroga della concessione di uno spazio all’aeroporto di Palermo. «Abbiamo subito la violenza di un’azione, che resta di un singolo, a cui va riconosciuta la responsabilità del gesto» dice Di Dio. Adesso dopo lo scandalo che ha travolto la Confcommercio, il nuovo corso è quello di un’associazione «giovane, dinamica, scevra da qualsivoglia personalismo e lontana dalle vecchie logiche di potere».

La legalità? «Va sdoganata, deve essere la normalità, non può essere passerella e vuota retorica. Al contrario è un valore imprescindibile. Per me è un fatto istintivo, non saprei essere illegale» aggiunge. Perché far passare il messaggio che “la messa a posto” è «un fatto ineludibile» significa dare ai giovani che vogliono fare impresa un messaggio «devastante». Invece, «si può fare impresa in questa città come a Milano o a Dusseldorf». Di più. Etica e legalità restano «centrali nel nostro essere – sottolinea -. Troppo spesso la connivenza con poteri oscuri e criminali, la vasta area di illegalità diffusa, la ricerca del bene individuale a dispetto di quello collettivo, hanno prodotto un circolo vizioso nutrendo corruzione, malcostume, illegalità, quando invece la lotta all’abusivismo e alla contraffazione, contro il racket, l’usura, la corruzione, sono indispensabili per un autentico sviluppo».

Archiviato il caso Helg e l’eredità di un passato imbarazzante la Confcommercio guarda al futuro. Le priorità sono «il rilancio dell’attrattività del nostro territorio attraverso il turismo», ma anche «l’abbattimento della burocrazia, che è lenta e non funziona». Il riferimento è al Suap, lo sportello per le attività produttive, che «non funziona come dovrebbe». Un tema su cui il neo presidente è netto: «Non si può combattere anche contro la burocrazia. Dobbiamo prendere tempestività nelle risposte, senza assistere a un continuo rimbalzo di competenze. Le imprese hanno bisogno di soluzioni oggi perché anche i minuti sono determinanti per la vita e la morte di un’azienda». Una presa di posizione che non è, comunque, una chiusura rispetto all’Amministrazione targata Orlando. «Il dialogo sarà il nostro must. Diremo a tutti “noi ci siamo” per collaborare e dare il nostro contributo in termini di know how».

Ma il neo presidente punta anche sulla «vicinanza operativa» alle imprese, prime tra tutte le start-up. «Pensiamo di istituire uno Sportello lavoro per fare incontrare domanda e offerta, ma anche uno sull’imprenditoria femminile e uno di sostegno psicologico per imprenditori in crisi». L’obiettivo è una Confcommercio «vicina e solidale». Una vicinanza che per Di Dio è ancora più necessaria nella condizione di crisi che «sta rendendo fragili non solo le imprese e le categorie, ma anche le persone perché mette in discussione gli stili di vita».

Tra i progetti che la nuova Confcommercio porterà avanti ci sono le Giornate dedicate alla Borsa Mercato del Lavoro nel turismo e quella nel commercio. E ancora l’Agenzia per le imprese per «semplificare gli adempimenti burocratici e supportare gli imprenditori nelle fasi di avvio e sviluppo delle loro attività». Un’idea che è già realtà in tre regioni: la Lombardia, il Veneto e le Marche. Infine il progetto “Affitto calmierato” per contenere «le spese di canoni troppo altri che i nostri associati devono sostenere». «Una saracinesca abbassata è uno sfregio per questa città e il pericolo di una desertificazione industriale di Palermo è dietro l’angolo» conclude.


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