La soluzione per gli oltre 500 lavoratori potrebbe essere la cessione della proprietà dell'azienda. O l'affitto, che esclude l'acquisizione di un debito milionario. Entro agosto si attendono proposte concrete dalle società che potrebbero essere interessate al pacchetto, tra le quali anche Almaviva
Paternò, verso la vendita del call center Qè «La nuova impresa non deve fare alcun taglio»
La soluzione? Potrebbe essere la vendita della società. È stato l’argomento al centro del tavolo tecnico convocato dal sindaco di Paternò Mauro Mangano a proposito del call center Qè. L’ipotesi è che nuovi imprenditori acquistino o prendano in affitto il call center, a condizione che la sede rimanga nel Paternese e che non si perdano posti di lavoro. All’appuntamento erano presenti l’amministratore delegato del call center Mauro De Angelis e i rappresentanti delle aziende che operano nel settore, oltre che Franz Di Bella, proprietario dei capannoni dove si trovano gli uffici Qè. Assieme a loro anche le sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), il senatore Salvo Torrisi, il vicepresidente del consiglio comunale Nino Calabrò e alcuni consiglieri.
«Il nostro obiettivo è salvare l’azienda che in questo territorio ha costruito professionalità, occupando oltre 500 lavoratori (300 assunti a tempo indeterminato, 274 con contratto a progetto) – interviene il primo cittadino – Abbiamo chiesto alle aziende garanzie sociali in più, mi auguro che possano essere partecipi di questo salvataggio aziendale. Chiediamo il transito di tutti i dipendenti contrattualizzati in una nuova società, il mantenimento di tutta la struttura produttiva senza alcun taglio. Entro agosto dobbiamo sapere se ci sono imprese che hanno proposte concrete per questo pacchetto». Le società che si sono presentate all’incontro di oggi sono: Almaviva Contact, Eurocall, Gpi,Visiant next (gruppo Covisian), Transcom world wide e Mediatica.
L’amministratore delegato del Qè, Mauro De Angelis, ha parlato dell’interesse della proprietà di trovare le soluzioni possibili per «salvaguardare la continuità aziendale dei lavoratori e la grande professionalità da tutti riconosciuta». «Io sono da poco in azienda, da meno di un anno – dice De Angelis – Sono stato chiamato dalla proprietà perché sono un manager indipendente e mi occupo della gestione di aziende in crisi. L’attuale situazione negativa dell’azienda è stata determinata da fatti precedenti che possono non essere attinenti all’operatività aziendale. Alcune cose sono state gestite in un certo modo dai precedenti amministratori e purtroppo la situazione debitoria non è più sostenibile».
Al termine del tavolo tecnico, durato oltre due ore, i protagonisti della riunione sono sembrati convinti dei buoni propositi: «C’è ottimismo – dice Davide Foti, segretario generale Slc Cgil Catania – Le aziende hanno mostrato la loro disponibilità a verificare lo stato di salute del call-center. Una società vorrebbe valutare l’affitto dell’azienda, senza l’acquisizione del debito di 6,5 milioni di euro, ma vuole vederci chiaro. Gli imprenditori si incontreranno il 23 agosto subito dopo aver visionato la documentazione». Intanto, a proposito di stipendi arretrati, nei giorni scorsi ai lavoratori è stato pagato il mese di maggio, mentre la prossima settimana sarebbe previsto il pagamento di un’altra mensilità.