Un'opera costata oltre un milione di euro ma inutilizzata. Ripulita dalla Provincia e ceduta al Comune, che però non ha la capacità economica di rimettere in funzione la struttura. Scartati diversi progetti, l'amministrazione propone: «Potremmo coinvolgere i privati o chiedere al Credito sportivo»
Paternò, sul futuro del velodromo abbandonato L’assessore Minutolo chiede idee ai cittadini
Torna in primo piano la questione Velodromo Salinelle, l’opera costata oltre un milione di euro, realizzata e mai entrata in funzione per via di un feroce diatriba giudiziaria tra il committente, ossia la Provincia di Catania, e la ditta esecutrice del lavoro. La struttura intanto è diventata dormitorio per stranieri, passatempo per vandali e oggetti di furto da parte di ladri. A distanza di oltre 15 mesi dal suo recupero, con la cessione da parte della Provincia al Comune di Paternò e conseguente bonifica, l’amministrazione paternese non ha le idee chiare su come riutilizzare l’impianto.
Sembrano tramontate le due ipotesi avanzate dall’ex assessore allo Sport Alessandro Cavallaro, ossia il recupero delle struttura per trasformarlo in un centro di preparazione olimpica oppure affidarlo alle associazioni no profit della città. Entrambe le ipotesi sono state cestinate: il successore di Cavallaro, Alfredo Minutolo, ha chiesto aiuto alla città attraverso suggerimenti o progetti per valorizzare l’impianto: «Non so a chi possa servire una struttura enorme e abbandonata come il vecchio Salinelle – commenta – Quest’amministrazione ha avuto il merito di intervenire sul velodromo ma si tratta soltanto del primo passo. Come ente siamo impossibilitati ad affrontare spese da milioni di euro e forse è giunto il momento di riconsiderare il ruolo di questa struttura abbandonata da vent’anni e che, probabilmente, mai nessun ente avrà la forza di riabilitare e rendere funzionante».
Del tutto abbandonata la pista seguita dalla presidente del Paternò calcio Stefania Amato che chiedeva la gestione dell’impianto. Un progetto che non è piaciuto all’amministrazione, per la mancanza di basi economiche considerate concrete. «Chiedo alla città, alla politica e ai professionisti di partecipare al dibattito su questa struttura – continua l’assessore – Potremmo coinvolgere i privati o realizzare un progetto da finanziare in parte col Credito sportivo, ma le casse del Comune non sarebbero in grado di sobbarcarsi un altro prestito». In ogni caso, conclude Minutolo, «la demolizione della struttura è da escludere».
Ma sulla presunta mancanza di basi economiche del progetto del Paternò Calcio la società replica: «Nessuna pista è stata abbandonata, in quanto non c’è mai stato un bando a cui partecipare e presentare delle garanzie economiche». E continua: «Non c’è mai stato nessun incontro sul velodromo, nessuna richiesta di affidamento e di conseguenza nessun bando al seguito. Solo in quel caso, qualora le avessero chieste, la società, nella sua presidente avv. Stefania Amato, avrebbe presentato le “basi economiche concrete”».