Il primo cittadino paternese vieta espressamente di chiedere l'elemosina o qualsiasi forma di tributo a persone non autorizzate dal Comune durante la festa della santa patrona. Evento che quest'anno sarà in sordina per i problemi economici dell'ente e la coincidenza con il referendum costituzionale
Paternò, sindaco contro offerte illegittime «Vietato chiedere elemosina per S.Barbara»
«In questo periodo i cittadini paternesi sono stati fermati da personaggi non meglio identificati che chiedono contributi per i festeggiamenti in onore di Santa Barbara. Tutto ciò è vietato e va denunciato». A parlare è l’assessora agli Affari legali Valentina Campisano che, proprio in questi giorni, insieme al sindaco Mauro Mangano si è occupata del fenomeno delle offerte illegittime per la santa patrona. E che, questa mattina, ha annunciato l’immediata esecutività dell’ordinanza che prova a contrastarne la diffusione.
«Gli unici soggetti legittimati a raccogliere contributi sono i Rettori dei Cerei – spiega Campisano – debitamente autorizzati e identificati mediante un regolare cartellino. Le forze dell’ordine saranno impegnate per garantire il rispetto del provvedimento e la tutela dei cittadini». Non è la prima volta che si assiste a episodi del genere. Da anni infatti molte persone chiedono ai propri concittadini donazioni che possono essere libere o, in alcuni casi, collegate a un preciso tariffario. «Abbiamo avuto un incontro con il comitato festeggiamenti Santa Barbara – ha precisato la rappresentante della giunta – in cui era presente anche il comandante della polizia municipale, per evidenziare le principali criticità e le modalità di intervento».
Secondo quanto è possibile leggere nel testo predisposto dal primo cittadino l’ordinanza è valida «su tutto il territorio comunale di Paternò» e vieta espressamente di «chiedere la questua o l’atto del mendicare in qualsiasi forma». In caso di violazione, Mangano ha imposto una sanzione amministrativa che può variare dai 25 ai 500 euro. «Il divieto è anche esteso agli extracomunitari che vediamo negli angoli delle strade o dinanzi ai supermercati che chiedono un offerta» aggiunge l’assessora.
La disposizione del sindaco si inserisce in un clima di festa già minore rispetto allo scorso anno, quando l’amministrazione spese circa 150mila euro per i festeggiamenti. Una cifra difficilmente paragonabile rispetto alle riduzioni imposte oggi dalla crisi che investe le casse comunali. Ciononostante 28mila euro sarebbero già disponibili per garantire le luminarie in città. A influire inoltre, i possibili problemi di ordine pubblico legati alla coincidenza della manifestazione religiosa con lo svolgimento del referendum costituzionale. Entrambi il 4 dicembre prossimo. Le autorità stanno infine lavorando per evitare che si possano ripetere episodi come l’inchino dei cerei davanti ad abitazioni private. Per questi motivi il sindaco ha contattato la prefettura etnea perché vi sia un coordinamento tra le forze dell’ordine.