A Palermo il presidente della Regione ha ascoltato le ragioni degli ex dipendenti del call center chiuso a fine 2016, impegnandosi poi a portare la questione a Roma. Fiduciose ma pur sempre prudenti le reazioni dei lavoratori, che hanno sospeso il presidio a palazzo Alessi che durava da 15 giorni
Paternò, Musumeci incontra gli ex lavoratori Qè Un tavolo al Mise. «Ma non ci facciamo illusioni»
A sentire le parti in causa, è stato un incontro «positivo» quello di ieri a Palermo tra il presidente della Regione Nello Musumeci e i rappresentanti sindacali della Cgil, Giacomo Rota e Gianluca Patanè, e della Cisl, Francesco Assisi, sul futuro degli oltre 200 ex dipendenti del call center di Paternò Qè. C’era infatti anche una loro delegazione, composta da Valentina Borzì, Anna Orifici e Giovanni Arcidiacono. Lavoratori che da oltre 15 giorni sono in presidio permanente a palazzo Alessi, sede del consiglio comunale paternese e che, dallo scorso 6 dicembre, si ritrovano con gli ammortizzatori sociali scaduti.
Sul tavolo il proposito di verificare se la Regione avesse le risorse necessarie per dare il via agli ammortizzatori sociali in deroga a tutti loro. Musumeci ha dato incarico al direttore generale del dipartimento Attività produttive, Alessandro Ferrara, di verificare i residui della Regione per renderli disponibili; in secondo luogo il governatore siciliano ha garantito che, lunedì prossimo, sempre Ferrara si recherà a Roma affinché si convochi un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico in cui vengano coinvolte le aziende titolari delle commesse dell’ex Qè, ossia Transcom ed Enel.
I lavoratori hanno accolto con fiducia i segnali dalla Regione, sospendendo in segno di collaborazione il presidio di palazzo Alessi. Prima si è tenuta un’assemblea fra tutti gli ex lavoratori, alla presenza anche dell’amministrazione comunale. I delegati a Palermo hanno informato il resto dei manifestanti dell’esito del faccia a faccia con Musumeci. «Finalmente dalla nostra parte abbiamo la Regione, con un impegno serio e concreto e che ci aiuterà a portare avanti la nostra vertenza – hanno detto all’unisono a MeridioNews Borzì, Arcidiacono e Orifici – Siamo certi che il presidente farà valere i nostri diritti negli appositi tavoli, per questo abbiamo sospeso il presidio».
Sebbene contenti per il risultato di ieri, i dipendenti tengono comunque i piedi per terra: «Non si canta vittoria ma comunque è un risultato soddisfacente – ha detto a MeridioNews la signora Milena una delle tante ex dipendenti che hanno partecipato al presidio – Mi auguro che questo sia l’inizio di un percorso davvero positivo». Sulla stessa lunghezza d’onda la signora Janet, un’altra ex dipendente: «Siamo contenti ma non ci facciamo illusioni. Si è accesa una speranza: eravamo stanchi, sconfortati dal vedere che dopo tanti sacrifici non si muoveva nulla; ma alla fine di restare in presidio ne è valsa la pena».