La struttura, abbandonata da anni, è occupata da alcuni senzatetto e utilizzata come abitazione e riparo. La Città metropolitana ha provato diverse volte a vendere l'edificio, ma senza successo. C'è un terzo tentativo: si parte da una base d'asta di 504mila euro
Paternò, due le gare andate deserte per l’ex albergo Sicilia «Si può utilizzare come sede distaccata dell’istituto Chinnici»
«Ci si lamenta che è abbandonato, ma almeno qualcuno lo vive e lo valorizza». Chi osserva, incuriosito, non risparmia i commenti alla vista di un certo numero di persone che entrano nell’ex albergo Sicilia, la struttura alberghiera da tempo abbandonata e lasciata al degrado. E che, per ben due volte, l’ex provincia di Catania ha provato a vendere, ma senza successo. La struttura, sulla carta, dovrebbe essere inaccessibile, anche se in realtà così non è. A testimoniarlo sono i vestiti stesi nei balconi, in uno dei quali si scorge anche un barbecue e una sedia a sdraio. L’ex albergo, in cui nei mesi scorsi è pure scoppiato un incendio, rappresenta allo stato attuale un tetto sicuro per chi un tetto non lo ha più o non l’hai mai avuto. Si tratta di persone di altra nazionalità, lavoratori che vivono alla giornata e che nella struttura trovano un riparo e una sistemazione.
A nulla sono serviti i tentativi di sbarrare gli accessi. «Almeno, chi è dentro – è il tenore dei commenti dei passanti – ha un tetto sulla testa». Commenti, questi, che non sono indirizzati contro chi occupa la struttura, ma derivanti dalla speranza che l’ex albergo Sicilia possa tornare al più presto a essere uno dei fiori all’occhiello della città. «Speriamo – proseguono – possano trovare altra sistemazione che non sia la strada». La città metropolitana, come detto, ha provato vendere la struttura ma tutte le opzioni si sono rivelate infruttuose. Tutti gli appelli rivolti a possibili imprenditori per farne un polo alberghiero di qualità alle falde dell’Etna sono caduti tutti nel vuoto.
Anche l’ultima gara, con un importo a base d’asta di 504mila euro, è andata deserta. Così la città metropolitana ci riprova: si riparte sempre da 504mila euro. Le offerte dovranno pervenire entro il prossimo 14 marzo. Ma non mancano le proposte alternative. È il caso dell’Archeoclub d’Italia, sezione Ibla Major che ha proposto di adibire la struttura a sede distaccata dell’istituto alberghiero Rocco Chinnici, attualmente all’interno dei locali dell’istituto Marconi di via Virgilio. «Sarebbe un’ottima soluzione – dice Francesco Finocchiaro di Archeoclub d’Italia -, perché così sarebbe raggiungibile dalla stazione metro, e inoltre avrebbe vicino la villa comunale e rimarrebbe di proprietà pubblica».