Pasqua in Sicilia: intreccio di folclore, riti e liturgie Dal Ballo dei diavoli alla Processione dei misteri

Se il Natale è la festa più amata, la Pasqua in Sicilia è tra le più sentite e partecipate. Lo dimostrano le tradizioni secolari legate a questo periodo che in un intreccio indissolubile vedono legarsi a doppio filo il profondo senso religioso, la spettacolarità delle manifestazioni e l’immancabile folclore. La Settimana Santa è un pullulare di riti, cerimonie, processioni e liturgie. Un colorato ventaglio di eventi che negli anni passati e ancora oggi, pandemia permettendo, attira numerosi visitatori. Un turismo religioso che rappresenta un settore in continua crescita e che per le sue caratteristiche affascina soprattutto gli stranieri.

Il Ballo dei diavoli di Prizzi 
Tra i riti più conosciuti nella provincia di Palermo un posto in particolare occupa il ballo dei diavoli di Prizzi, piccolo centro della provincia palermitana. Una tradizione tra le più conosciute in tutta l’Isola che si svolge a partire dal primo pomeriggio della domenica di Pasqua. Vestita con una tuta gialla, una maschera di cuoio a forma di teschio e con in mano una balestra, la figura della Morte, va in giro per le strade. Al suo seguito ci sono i diavoli, che indossano una tuta rossa e hanno i volti coperti da mascheroni di latta. Un corteo che canta, balla e brandendo armi disturba quanti incontra lungo il cammino per imprigionarli e portarli all’inferno. La Morte e i diavoli raggiungono piazza Barone dove cercano in tutti i modi di evitare l’incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna. Tenteranno di impedire ’u Ncontru con lu Ballu di li Diavoli vero e proprio e per due volte riusciranno a tenere lontana la Beata Vergine dal Figlio risorto, ma al terzo tentativo verranno colpiti e uccisi dagli Angeli. La Madonna al posto del manto nero mostrerà a tutti la veste celeste, mentre i diavoli, sconfitti, compiranno il rito di purificazione dal peccato con il gesto del pigliari ‘a paci. Per tre volte si chineranno davanti alle due statue, confermando così che il bene vince sempre sul male.

La Pashkët di Piana degli Albanesi
Restando in provincia di Palermo tra i riti pasquali da non perdere c’è quello che si svolge a Piana degli Albanesi. Da più di 500 anni in questo piccolo comune montano si conservano le tipicità linguistiche, culturali e religiose dell’Albania. E anche i riti legati al periodo pasquale, oltre a essere suggestivi, sono legati all’etnia di appartenenza degli abitanti. Così la Pashkët di Piana degli Albanesi si distingue a cominciare dal rito greco-bizantino. Le celebrazioni liturgiche si svolgono per lo più in lingua greca. Altra caratteristica è legata alla grande importanza che viene data agli usi e ai caratteristici costumi femminili. Prima di arrivare alla domenica di Pasqua, uno dei momenti più significativi che si celebra a Piana degli Albanesi è la Resurrezione di Lazzaro che viene celebrata il venerdì precedente la Domenica delle Palme. Gruppi di giovani guidati dal sacerdote, sul sagrato della Cattedrale, eseguono in coro l’antico canto albanese che rievoca la resurrezione di Lazzaro. Gli stessi cori durante la notte percorrono le vie cittadine sostando presso famiglie che accolgono gli ospiti, offrendo dolci, bevande e uova. Risentono delle influenze legate alle tradizioni albanesi anche le cerimonie legate alla Domenica delle Palme e al Giovedì Santo, con la tradizionale lavanda dei piedi. Il Venerdì Santo particolarmente suggestive sono le processioni animate dai tipici canti funebri albanesi e dall’accompagnamento con strumenti di legno di origine bizantina. Caratterizza invece la domenica di Pasqua il pittoresco corteo di donne vestite con gli abiti albanesi che risalgono al periodo del ‘400. A rendere particolare la Pasqua di Piana degli Albanesi sono anche le tradizionali uova rosse, che richiamano la vita, la fertilità e la Resurrezione. Vengono preparate per il Sabato Santo e possono essere mangiate dopo mezzogiorno, quando le campane riprendono a suonare. Si possono trovare anche come abbellimento dei Panaret, tradizionali pani di Pasqua, e vengono distribuite ai fedeli e ai turisti la Domenica di Pasqua dopo la sfilata delle donne in costume tradizionale albanese e la benedizione.

La Processione dei misteri di Trapani
A Trapani da più di 400 anni durante il periodo pasquale un momento atteso è rappresentato dalla Processione dei misteri. La sua caratteristica è la durata. È infatti considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana. Comincia alle 14 del pomeriggio del Venerdì Santo e si protrae per le successive 24 ore fino al sabato. Ma già durante il periodo che precede la Settimana Santa si svolgono I Scinnuti. A partire dal Venerdì Santo i Sacri gruppi dei Misteri percorrono gran parte delle vie di Trapani. La tradizione, che richiama origini spagnole, vede sfilare in tutto venti raffigurazioni artistiche della Passione e Morte di Cristo. I Misteri sono custoditi presso la settecentesca chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio. Da qui prende avvio la processione e qui il lungo corteo, dopo essersi snodato per le vie della città e aver trascorso la notte, si conclude. Le venti rappresentazioni artistiche della morte e della passione di Cristo, durante la processione vengono sorrette dai fedeli e portate lungo le vie della città con un particolare movimento ondulatorio chiamato annacata, dal siciliano cullare. Questa processione ha origini spagnole e rievoca alcune tradizioni tipiche della Settimana Santa dell’Andalusia, come quelle della Pasqua a Siviglia.

I Quadri viventi di Buseto 
A differenza di tante altre tradizioni legate ai riti della Pasqua, i Quadri Viventi di Buseto Palizzolo, nel Trapanese, non hanno radici storiche antichissime ma sono riusciti ugualmente a diventare un momento atteso durante la Settimana Santa. Nel centro della provincia di Trapani, nel giorno della Domenica di Pasqua sfilano per le strade i carri che, come su piccoli palcoscenici, vedono gli abitanti immobili raffigurare i Misteri pasquali: passione, morte e resurrezione di Cristo. La processione dei Quadri Viventi di Buseto Palizzolo ha inizio alle 17 circa e si protrae per 6 ore.

La Processione degli incappucciati di Enna
Nel cuore della Sicilia, i riti della Pasqua vedono una delle più suggestive manifestazioni dell’intera Isola. Sono circa 3000 le persone appartenenti alle diverse confraternite che incappucciate danno vita alla processione del Venerdì Santo. Confrati di ogni età e di vari ceti sociali sfilano lungo le strade di Enna seguendo l’ordine di anzianità di costituzione delle confraternite, seguiti dalle “Vare” del Cristo Morto e dell’Addolorata, i cui portatori avanzano a passo cadenzato. Una processione che affonda le sue radici ai tempi della dominazione spagnola quando venne dato alle Confraternite il potere di organizzarsi religiosamente. I confrati indossano un lungo camice bianco con un cingolo legato ai fianchi. A distinguere le diverse confraternite è la mantellina colorata con vistosi colori che sono diversi a seconda della congregazione di appartenenza. Il volto è coperto dal cappuccio con la visiera ed è trattenuto sul capo da una corona di tralcio di vite intrecciate a simboleggiare la corona di spine portata da Gesù durante il calvario, guanti bianchi e pantaloni e scarpe di colore nero. Tutti in sincrono accompagnano la Vergine Madre per rendere più lieve il cammino dietro l’urna del Figlio morto.

Le Barette di Messina
Dal centro alla porta della Sicilia con le Barette di Messina. La tradizionale processione che per il terzo anno non si svolgerà a causa del Covid è tra le celebrazioni più partecipate dai messinesi e richiama turisti anche dalla Calabria. Anche qui l’influenza spagnola è forte ed è proprio durante quel periodo che si pensò di creare una Via Crucis cittadina con un’immagine dell’Addolorata al seguito di un simulacro che raffigurava la bara del Cristo Morto. Da qui il nome barette. Undici i gruppi statuari raffiguranti episodi della Passione di Cristo che sfilano lungo un percorso pieno di momenti suggestivi. La domenica di Pasqua è il turno della festa degli Spampanati che si svolge lungo via Tommaso Cannizzaro e fa da corollario all’evento che si sviluppa di fronte alla chiesa Madonna della Mercede San Valentino dove i simulacri del cristo Risorto e della Madonna si incontrano tra la musica della banda e gli applausi dei fedeli. Il nome della festa deriva dal colore sgargiante degli abiti delle donne del quartiere popolare, che indossavano per l’occasione ampi vestiti di seta vivacemente colorati, a simboleggiare il rifiorire della primavera e quindi la resurrezione e la rinascita.

La festa dei Giudei di San Fratello
Rimanendo in provincia di Messina, caratteristica è la Festa dei Giudei di San Fratello, una popolare tradizione religiosa che risale ai tempi del Medioevo. Nei giorni del Mercoledì, Giovedì e Venerdì Santo gli abitanti indossano le vesti del Giudeo e, con giubba e calzoni di mussola rossa e la testa coperta da maschera sbirrijan, (termine di origine gallo-italica, ndr), un cappuccio che si slancia con un lungo cordoncino sino ad assottigliarsi come coda, percorrono le strade del paesino. Durante la manifestazione è ricordata la figura del Giudeo, il flagellatore che affondò la lancia nel costato di Cristo.

La processione della Real Maestranza di Caltanissetta
Caratterizza il Mercoledì Santo la processione della Real Maestranza di Caltanissetta. Un rito che si rinnova dal 1551, anno in cui venne formata una milizia cittadina di difesa contro l’invasione turca. Da qui il nome la Real Maestranza, che era costituita da artigiani e guidata da un capitano d’armi, solitamente un nobile. La processione però adotta questo nome dall’antica usanza della mattina del Mercoledì Santo quando, a conclusione delle 40 ore in cui il Santissimo Sacramento rimaneva esposto nella Chiesa Madre, la Real Maestranza salutava l’ostensorio sparando a salve con gli archibugi. Ruolo di rilievo di tutta la celebrazione è la figura del Capitano che, ancora oggi, viene scelto ogni anno da una diversa categoria di artigiani. Durante la Settimana Santa, il Capitano gode di alcuni privilegi quali la consegna delle Chiavi della città di Caltanissetta, la spada, la fascia tricolore e la nomina a Cavaliere della Repubblica.

La Madonna Vasa-Vasa di Modica
Nella culla del Barocco e del cioccolato, a Modica, in provincia di Ragusa, la domenica di Pasqua va in scena la particolare festa della Madonna Vasa-Vasa, termine siciliano che vuol dire “che bacia”. Corso Umberto viene percorso da due processioni, che partono dalla chiesa di Santa Maria di Betlem. Il primo corteo porta lungo le strade in processione il simulacro del Cristo risorto, l’altro accompagna il simulacro della Madonna coperta da un velo nero a lutto. A seguire le due statue lungo il percorso è la banda musicale della città. Alle 12 in punto davanti la Chiesa di Santa Maria di Betlemme si assiste al tradizionale incontro, chiamato bacio di Mezzogiorno, tra la Madonna e il Cristo Risorto. La statua della Vergine abbandona quindi il lutto e mostra la sua veste color cielo.

La Sciaccariata di Ferla
Il Sabato Santo a Ferla, paesino della provincia di Siracusa, si svolge la Sciaccariata. La banda del paese fin dalle prime luci dell’alba gira per il paese. Viene sistemata la Sciaccara dal nome in siciliano della fiaccola che viene ricavata da arbusti secchi. Intorno alle 21, tre ore prima dello scoccare della mezzanotte che segna la Resurrezione del Cristo, tutte le campane del paese suonano a festa, si accendono fuochi d’artificio, le Chiese si illuminano e la banda scende per le vie principali. All’improvviso la festa di luci e colori si ferma e inizia la processione della Madonna doscontru, che vestita a lutto, viene portata a spalla per tutto il paese alla ricerca del Figlio risorto U Gesummaria. Ed è proprio al rientro della processione, poco prima della mezzanotte che ha inizio A sciaccariata, il Gesù risorto viene portato a spalla dai giovani del paese in una corsa gioiosa in cui a fare da cornice sono una miriade di fiaccole. A Mezzogiorno della Domenica di Pasqua avviene il tanto atteso “Scontru tra il Cristo Risorto e la Madonna che fa scivolare il manto nero del lutto. La sera della domenica con la processione del Cristo Risorto e la Madonna che si trovano su un carro tirato dai bambini si concludono i festeggiamenti.


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