Partinico, la distilleria Bertolino cambierà sede Rimane il mistero del risarcimento al territorio

«Spostare la distilleria Bertolino non risolverà il problema principale, quello dell’inquinamento». Ha più d’un dubbio Francesco Loria, presidente dell’associazione che monitora la baia di San Cataldo – che riceve i veleni riversati illegalmente nelle acqua del fiume Nocella e del suo affluente Puddastri. La tanto discussa dislocazione della fabbrica di viale dei Platani, insomma, su cui ha messo la parola definitiva il consiglio comunale appena una settimana fa, non sembra aver guarito il malcontento dei cittadini. Che restano convinti del fatto che cambierà la zona ma il risultato di scarichi, fumi ed esalazioni resterà invariato, continuando quindi ad arrecare danno non solo a Partinico, ma adesso anche ai Comuni limitrofi. La nuova zona individuata, infatti, è quella di contrada Sant’Anna, che ricade sempre nel partinicese, quasi a ridosso anche di Balestrate ed Alcamo. Un’area che da qualche anno si distingue per le coltivazioni biologiche e le strutture ricettive messe in piedi, che attirano sempre più turisti. Una vocazione che sembra in conflitto con il trasferimento di una fabbrica come la Bertolino.

«Parliamo di una zona di pregio, dove insistono mire turistiche non da poco e che potrebbe anche ampliarsi nel tempo – spiega Loria – La presenza di un’industria insalubre potrebbe interrompere tutto, e devastare quanto fatto fino ad ora». E se la prende con i rappresentanti dell’amministrazione locale, colpevoli di «tanti giochetti politici che non guardano al reale interesse dei cittadini ma alle poltrone». Per la comunità, infatti, non ci sarebbero in campo soluzioni concrete per debellare definitivamente il problema. «Per me, da cittadino, è un no categorico – torna a dire Loria – I danni ambientali causati dalla distilleria sono stati provati e condannati. Portare la struttura da un’altra parte non risolverebbe il problema dei fumi. È noto a tutti che tra l’altro questi fumi in particolari condizioni climatiche lambiscono anche Giardinello e Montelepre, per via dei venti che soffiano dal Trapanese. Perciò questa dislocazione fatta così non è risolutiva di niente, ci sarebbero un sacco di ricadute». Intanto, nel 1993 la proprietaria Antonina Bertolino è stata citata in giudizio, il processo si è protratto per tre lunghi anni fino alla sentenza emessa nel ’96 che l’ha condannata a 16 mesi di reclusione, ridotti a dieci in appello due anni dopo e confermata infine dalla Cassazione nel ’99. A essere confermato sarebbe stato anche un maxi risarcimento danni al Comune di Partinico di oltre due milioni di euro per disastro ambientale e inquinamento del Nocella.

Ma oggi che ne è stato di questi soldi? Sembra che il Comune, negli anni, non si sia accordato per incassare la somma. Certo è che le casse comunali non hanno, da allora, visto neppure un centesimo. «Abbiamo un Comune in dissesto che avanza una somma simile e anziché pretenderla, cosa fa? Premia una distilleria che di fatto non ha portato nessun tipo di benessere al territorio e ai suoi abitanti, ma che per 40 anni ha arrecato solo danni», sbotta Loria. Il premio, a suo dire, sarebbe quello di aver concesso la dislocazione nei nuovi terreni che apparterrebbero alla signora Bertolino, modificandone la destinazione d’uso da agricolo a industriale. «Quindi risparmiando anche – aggiunge -. Potrebbero portare altrove la distilleria, oltre il golfo di Castellammare, andando sotto costa. Sembra tutto un regalo del Comune, che non reclama il proprio debito e piuttosto dà la possibilità di cementificare ancora in un territorio ormai simbolo di insalubrità». L’attivista, però, non è contrario alla dislocazione in sé. Ma solo alla scelta della zona finale, a suo dire ancora non sufficientemente distante dal centro abitato e, anzi, a ridosso di ulteriori Comuni e di realtà agricole di pregio. «Ci sono altre zone industriali che potrebbero ospitare la distilleria – insiste Loria -. Spero che la politica metta sul campo proposte serie per scongiurare questa situazione. E soprattutto un Nocella bis, visto che in prossimità della nuova area c’è la tratta fluviale dello Jato. Come presidente del comitato che si occupa della salvaguardia della baia di San Cataldo prometto che mi opporrò con ogni mezzo».

Ma a sentire il sindaco di Partinico Maurizio De Luca i giochi sembrano ormai fatti. «La richiesta per la dislocazione era già stata presentata con la vecchia amministrazione – chiarisce infatti -, il fatto era che la distilleria si spostasse nel momento in cui l’area di viale dei Platani venisse destinata ad altro e già da allora partì una procedura. Che si è conclusa con una sola presa d’atto la scorsa settimana in consiglio comunale qui a Partinico con la mia amministrazione». Tutti i passaggi, insomma, erano già stati fatti dagli enti interessati, compreso l’assessorato regionale Territorio e Ambiente. «Mi sono trovato una procedura già al termine, tutto qua – ribadisce il primo cittadino -. Nel momento esatto in cui il consiglio ha preso atto di questa conclusione della procedura e di tutte le verifiche fatte all’assessorato, tra cui figura anche la certificazione Vas, ora parte l’iter per la delocalizzazione, non ci sono più scusanti, deve delocalizzare. La nuova zona è individuata come area industriale. Dobbiamo essere consapevoli che lì dov’è non può stare, e questo da cittadino lo comprendo». Del risarcimento ultra milionario, però, il sindaco sembra all’oscuro. «Non ho dati per rispondere su questo punto, ma non è un mistero che siamo un Comune in dissesto, se c’è la possibilità di incassare delle cifre, le vado cercando».

Solidale coi partinicesi anche il sindaco del vicino Comune di Balestrate, Vito Rizzo, ben conscio di quello che arriverà, a breve, anche nel suo territorio con l’atto finale che sancisce la dislocazione. «Sono molto preoccupato, non lo nascondo. La mia posizione personale – dice – è assolutamente chiara e inequivocabile. Io e il mio vice lo scorso anno siamo state le uniche due persone a Balestrate a sottoscrivere il ricorso al Tar contro il processo di delocalizzazione della Bertolino. Abbiamo lavorato insieme a un comitato, costituito da associazioni e cittadini di Balestrate, Partinico, Alcamo, per palesare la nostra posizione. Abbiamo anche partecipato a diverse iniziative, anche organizzate nel nostro territorio, c’è stata anche una marcia simbolica per chiede lo stop della dislocazione». Iniziative che, però, non hanno influito sul finale di questa vicenda. «Se ci saranno i requisiti per andare avanti e i ricorsi saranno vani, non potremo che essere vigili sin da subito affinché non accada quello che è accaduto negli anni a Partinico. Io mi rendo conto dei disagi sofferti dai residenti, ho consapevolezza della situazione – racconta -. Dire che quella puzza è raccapricciante è dire poco, vengono i brividi a pensarci».

Una puzza che, a detta anche di alcuni insegnanti dell’istituto comprensivo Cassarà-Guida a Partinico, arriverebbe quotidianamente fin dentro la scuola. «È un mostro che hanno all’interno del centro abitato e tutti non vedono l’ora di liberarsene, lo capisco benissimo – torna a dire Rizzo -. E ora si parla di spostarlo in un territorio che punta sull’agricoltura e il turismo. La nostra posizione, qui a Balestrate, è unanime, ma questo punto forse non ci resta che vigilare». MeridioNews ha provato a contattare per una replica la distilleria Bertolino, finora

Silvia Buffa

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