Partinico, cane legato e ucciso a zappate sulla schiena Non sarebbe il primo caso. È caccia al responsabile

Incaprettata, quasi data alle fiamme e bastonata fino a morire. Se n’è andata così Ruth, cagnolina randagia che a Partinico conoscevano quasi tutti. A nulla sono valsi gli sforzi disperati dei volontari che, insieme al ragazzo che l’ha trovata, hanno tentato di salvarla portandola in una clinica veterinaria. A finire a colpi di pala la povera cagnolina bianca sarebbe stato un anziano contadino che, secondo il tam tam esploso online, non sarebbe la prima volta che uccide dei cani attuando, tutte le volte, le stesse modalità.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe avvicinato la cagnolina con l’inganno, finendo poi per legarla con del fil di ferro e spezzarle la colonna vertebrale, paralizzandola. Allarmato dai forti guaiti dell’animale, un vicino che più volte aveva accudito la cagnolina si sarebbe accorto di quello che stava accadendo, in mezzo al verde delle campagne della zona di Valguarnera. Avvisando le forze dell’ordine, che però non sarebbero arrivate. Gli unici a intervenire sono alcuni volontari, che però non riescono a salvare Ruth. «Non ci voltiamo dall’altra parte, non adottiamo un atteggiamento omertoso, non nascondiamo volto e nome di questa persona», scrivono sui social alcuni animalisti. E il nome del presunto responsabile, da ieri, sta facendo il giro del web. Soprattutto perché questa volta l’anziano contadino sarebbe stato colto sul fatto e immortalato da una fotografia, che lo ritrae chinato sulle zampe posteriori già legate del cane. «Vogliamo giustizia, siamo stanchi di continuare ad assistere inermi a queste barbarie».

Gogna mediatica a parte, l’articolo 544-ter del codice penale punisce chiunque maltratti o addirittura uccida degli animali. «Reclusione da tre a diciotto mesi o multa da 5mila a 30mila euro – recita il testo -. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale», la puntualizzazione finale. «A seguito di varie segnalazioni a me pervenute in data odierna 10/9/2019 sono a richiedervi vs intervento e conseguente verbalizzazione dei fatti accaduti perpetrati ai danni di un cane (…), da parte del sig. C.G. di Partinico, che nei fatti ha tentato di uccidere il cane colpendolo con un oggetto contundente metallico, si pensa ad una zappa, che gli ha causato completa paralisi e poi lo ha legato col fil di ferro per appenderlo/legarlo o impiccarlo a un albero. Il sig. C.G. è stato sorpreso mentre commetteva questo crimine», si legge nella pec inviata dal vice presidente economo della Leon’s Garden, associazione animalista onlus di Cinisi, Nicola Chiarappa, al comando dei carabinieri di Partinico.

«Già precedentemente sono accaduti fatti analoghi ai danni di altri cani (…), trovati morti massacrati e riconducibili probabilmente alla stessa persona ma senza mai averne certezza o prove inconfutabili. Chiedo alle istituzioni preposte un intervento che verbalizzi i fatti e proceda nei confronti di questa persona», la richiesta finale. «Sono stato poi richiamato dal comandante della stazione – racconta Chiarappa a MeridioNews -, che mi ha assicurato telefonicamente che avrebbero provveduto a fare gli accertamenti del caso e a verbalizzare tutto. Intanto, il ragazzo che ha trovato la cagnolina tentando di salvarla ha già fatto la sua denuncia ieri mattina. Purtroppo questo è solo uno dei pochi fatti che emerge e che accade a Partinico. Le istituzioni assenti. Ma intanto potrei raccontare fatti giornalieri, simili e a volte peggiori a quest’ultimo, l’unica cosa possibile è denunciare», dice ancora l’animalista, uno di quelli che si è attivato per tentare di salvate Ruth.

«È morta perché le hanno spaccato i polmoni, ci sono state complicazioni per le badilate alla cassa toracica», torna a dire, senza potersi dare pace. «Questo individuo è un potenziale assassino. Autorità dove siete?», si chiede più d’un utente sul web, appena scoppiato il caso della povera cagnolina uccisa. Mentre impazzano le petizioni online per inasprire le pene contro reati di questo genere e le pagine commemorative dedicate a Ruth, in cui si chiede a gran voce giustizia per la sua morte. Altri animalisti, invece, stanno organizzando una manifestazione sul posto.


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