Partinico, ancora tensione in centro coi migranti Ragazzo tenta di rubare una bici, uno lo strattona

Torna la tensione a Partinico. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, e i protagonisti sono ancora una volta alcuni extracomunitari, che avrebbero seminato il panico in alcune vie del centro partinicese. La vittima, stavolta, è un ragazzo di 12 anni, V.F.S., che avrebbe tentato di rubare la bici a M. K. E. S., gambiano di 17 anni, domiciliato presso la comunità Essaraya Onlus di via Foggia, che ospita minori stranieri non accompagnati. 

Il ragazzino non avrebbe fatto in tempo ad allontanarsi: il migrante lo ha raggiunto, dopo un breve inseguimento, e lo avrebbe percosso strattonandolo. L’aggressione si è consumata in via Alcide De Gasperi, di fronte ad alcune abitazioni: le urla del minore hanno attirato l’attenzione dei residenti, che sono scesi in strada per difenderlo, insieme a decine di passanti che si trovavano nelle vicinanze. «Mi diceva: “Signora aiutami, mi ammazza!”, era spaventato», è il commento di una residente che si è precipitata, insieme a tutta la sua famiglia, per fermare la violenza.

Secondo quanto si apprende, il migrante non sarebbe un volto nuovo alle forze di polizia: in passato avrebbe minacciato con un coltello un operatore della struttura dove vive. «Se n’è andato ed è tornato subito dopo con i rinforzi – racconta il nipotino della donna, che ha assistito alla scena – ho visto questo gruppo di immigrati alti e robusti avvicinarsi e ho temuto per la mia sorellina e per i miei nonni». 

Il gambiano ha chiamato e portato con sé altri sei coetanei, ospiti della stessa comunità, ma della sede di via Dell’Avvenire, che si trova qualche metro più distante. Mentre si allontanava, un cagnolino di piccola stazza – secondo quanto sostiene chi era presente sul posto – gli sarebbe corso dietro, abbaiando «per difendere il padrone», che era intervenuto per proteggere la vittima, e lui «lo prendeva a calci». 

Il proposito, non conseguito, dei minori era quello di individuare l’autore del tentato furto: secondo quanto riferiscono i testimoni, dopo il loro arrivo nel quartiere si è diffuso un clima di terrore. «Per fortuna il bambino è riuscito a scappare, correva come una gazzella – continua la signora – gli extracomunitari hanno preso a pedate le porte e alcuni di loro sono entrati nella cucina di casa mia», spiega la signora, che mentre parla ha ancora la voce tremolante. Probabilmente si sono introdotti nell’abitazione convinti di trovare il 12enne, e invece «dentro – dice – c’erano i miei nipoti piccolini, tra cui una di appena otto mesi, i miei genitori anziani e mia figlia incinta di cinque mesi», la quale è stata soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale civico, dove i medici l’hanno visitata e dimessa poco dopo, tranquillizzandola sulle sue condizioni di salute. 

Nel frattempo, all’esterno, si sono creati disordini tra il gruppetto e le persone accorse per difendere il ragazzino ma al suono delle sirene dei carabinieri, gli stranieri si sarebbero dileguati verso la comunità, passando da via Delle Croci, dove hanno rotto un tubo pluviale, come mostra una telecamera di videosorveglianza installata nella zona. Pare che prima di andarsene abbiano minacciato di tornare. Sul posto sono arrivati i militari di Montelepre e quelli della compagnia di Partinico, che hanno raccolto le testimonianze dei presenti e sorvegliato il quartiere per bloccare sul nascere ulteriori alterchi. 

«Io non ho mai avuto paura di nessuno – aggiunge la donna, che è stata ascoltata dagli uomini dell’arma – ogni mattina aprivo le porte di casa alle sette, per pulire la strada, ora chi lo deve fare più? Ho paura a stare fuori», denuncia. «Come facciamo a stare tranquilli sapendo che loro vivono a poca distanza da noi?», si domanda un’altra residente. Intanto i carabinieri fanno sapere che nessuna delle parti ha riportato lesioni né presentato denuncia per le ipotesi di reato di cui erano rispettivamente persone offese. Inoltre, secondo quanto emerso dalle indagini, nessuno dei coinvolti è stato destinatario di offese di natura razziale. 


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