Il bene del XIV secolo potrebbe diventare uno speciale parco di divertimenti. Medioevo Coming soon è il piano dell'amministrazione, che mira a valorizzare l'immenso patrimonio culturale locale. I finanziamenti potrebbero arrivare dal ministero e da un privato. Ecco i dettagli della proposta. Guarda le foto
Parco tematico medievale nel castello di Mussomeli Il progetto del Comune. «Sarà un tuffo nella storia»
A due chilometri da Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, abbarbicato su uno sperone isolato e alto 80 metri, si elevano i resti di uno dei castelli più suggestivi della Sicilia e simbolo di un intero paese. L’austero e inespugnabile maniero, chiamato castello Manfredonico, dal nome del suo fondatore, venne edificato, tra il 1364 e 1367, da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica, probabilmente sulle rovine di un fortilizio arabo. La sua lunga storia fu caratterizzata da momenti di splendore alternati a fasi di incuria e abbandono. Oggi, l’antica rocca ha ritrovato il suo aspetto originario, diventando un importante centro di interesse culturale, grazie ai lavori di restauro dell’architetto Ernesto Armò, avviati nel 1909. Adesso l’amministrazione vorrebbe farne la sede di un progetto innovativo: un parco divertimenti tematico, ambientato nel Medioevo.
«Il castello manfredonico – dichiara Giuseppe Catania, sindaco di Mussomeli – rappresenta, inequivocabilmente, l’inizio della storia della nostra città ma è anche il monumento di maggior attrazione turistica per 16mila visitatori all’anno». Per rendere accessibile il maniero a una tipologia più vasta di fruitori e ampliare la sua funzione d’uso, il primo cittadino ha elaborato, in collaborazione con l’assessore al Turismo, l’ufficio turistico ed esperti in marketing, un innovativo progetto: Medioevo Coming soon. Si tratta di un’iniziata per realizzare, all’interno della cinta muraria, «un parco divertimenti tematico, ambientato nel Medioevo». Costo del progetto: 270mila euro. «Siamo in attesa che la nostra proposta venga accolta e finanziata dal ministero dei Beni culturali e da una multinazionale, enti a cui abbiamo presentato il progetto», spiega Catania.
Per il primo cittadino, qualora l’idea venisse accettata, si potrebbe «far rivivere il Medioevo siciliano nel castello di Mussomeli, in modo che turisti ed escursionisti possano tuffarsi nella storia e rifugiarsi in antiche suggestioni, oltre che apprezzare le bellezze architettoniche del luogo». Una location d’altri tempi, in cui riscoprire un’esperienza unica ed emozionante. «Il fortilizio ancora immutato – racconta – è lo scenario ideale per questo progetto. Ai visitatori, che potranno noleggiare i propri costumi all’ingresso, basterà varcare il portone per ritrovarsi in un vero e proprio villaggio trecentesco medievale».
Lungo le vie della cittadella, popolate da nobili, mercanti, artigiani, guitti, giocolieri, menestrelli, tavernai, musicisti, soldati e gente del contado, sarebbe possibile fare una sosta al mercato e recarsi al campo militare. Un originale viaggio nella storia, per quanti sono alla ricerca di sapori gastronomici, memorie passate, usi e costumi antichi, distrazioni e divertimenti di strada. «Durante i fine settimana di apertura – rivela – vorremmo organizzare spettacoli di giullari e sbandieratori, concerti di musica medievale e danze storiche, commedie boccaccesche e gare di tiro con l’arco, mentre la taverna sarà il punto di ristoro per coloro che vorranno assaporare i piatti tradizioni dell’epoca».
Previsto anche un tour all’interno delle stanze del castello, nelle quali saranno esposti vari oggetti (strumenti musicali, abiti trecenteschi, armi ect) fedeli riproduzioni degli originali, realizzati dai migliori artigiani nazionali. «Sarà possibile visitare – dice – la sala della musica, dei costumi, dei mastri dipintori, delle armi e delle torture». Infine, Catania anticipa i prossimi obiettivi. «Abbiamo avviato le procedure per valutare la candidatura del castello manfredonico e i Lamenti mediterranei della settimana santa nell’elenco dei beni Unesco, con l’obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio culturale materiale e immateriale», conclude.