Una tutela del territorio rimasta solo sulla carta. E neanche quella millimetrata, che sarebbe già stata un passo avanti. Del Parco nazionale delle isole Egadi e del litorale trapanese, dopo 18 anni, di deciso c’è solo il nome. Che è già parte del problema di perimetrazione, per cui adesso il Wwf avanza una proposta pratica. […]
Foto di Centro studi WWF Italia
Parco nazionale isole Egadi e litorale trapanese: a 18 anni dalla legge, un piano possibile
Una tutela del territorio rimasta solo sulla carta. E neanche quella millimetrata, che sarebbe già stata un passo avanti. Del Parco nazionale delle isole Egadi e del litorale trapanese, dopo 18 anni, di deciso c’è solo il nome. Che è già parte del problema di perimetrazione, per cui adesso il Wwf avanza una proposta pratica. Nel tentativo di sbloccare un iter previsto dalla legge Finanziaria relativa al 2008, ma mai avviato. «È il ministero dell’Ambiente a dover incaricare Ispra di predisporre un piano – spiega Gaetano Benedetto, presidente del centro studi di Wwf Italia – Da inviare poi alla Regione, che lo condivide con gli enti locali aprendo un tavolo di confronto». Ma, nel caso del Trapanese, il mandato a Ispra non è mai stato affidato. «E noi chiediamo di avviarlo», continua Benedetto. Allegando una proposta concreta che sposti l’iter del Parco almeno sulla carta giusta: quella che ne traccia i confini.
La posizione del territorio: solo Favignana o la lunga costa trapanese?
Sebbene mai davvero avviato, il futuro Parco nazionale fa discutere da tempo i Comuni potenzialmente coinvolti. Di certa, a partire dal nome, c’è la centralità dell’isola di Favignana, che però mal digerisce la condivisione geografica e il tentativo di «unire aree diverse e lontane», come ha spiegato il sindaco Giuseppe Pagoto. Piuttosto, meglio andare da soli. Una posizione che, però, la legge escluderebbe, prevedendo già nel nome un non meglio specificato litorale trapanese. Dicitura abbastanza ampia da suscitare l’interesse esteso dei Comuni elimo-ericini. Che immaginano un lungo tratto che comprenda non solo le riserve di Trapani, Paceco e Marsala, ma anche la costa di Trapani, dalla riserva dello Zingaro alla foce del Belice. «Ipotesi condivisibile in astratto, ma non in pratica – secondo il Wwf -. A meno di non ipotizzare un parco a isole, cioè in discontinuità territoriale». Con problemi di gestione non indifferenti.
La proposta del Wwf: un Parco esteso, ma non troppo

Quanto il futuro Parco nazionale isole Egadi e litorale trapanese debba essere esteso è proprio al centro dello studio del Wwf, insieme alla società Temi srl. Una «perimetrazione indicativa», che parte dalla sovrapposizione delle zone protette già esistenti. Le aree di Rete Natura 2000 – a terra e a mare -, le due riserve naturali regionali (Saline di Trapani-Paceco e di Marsala) e l’area marina protetta delle Egadi. Immaginandone una ricucitura, con l’area delle Egadi come cerniera tra le isole e la terraferma, e il litorale trapanese inteso come quello prospicente. La cosiddetta costa del sale.
Tra gli interventi, anche la creazione dell’area marina protetta dello Stagnone, prevista ma mai realizzata. Esclusi dal piano, gli elementi nodali del territorio: i porti di Trapani e Marsala, l’aeroporto di Trapani-Birgi, le aree più densamente abitate di Favignana, Levanzo, Marettimo e Trapani. «Una perimetrazione che permetta una gestione coerente del Parco – spiega Benedetto – e che sia davvero un meccanismo di promozione e marketing funzionale al territorio».
Quattro parchi previsti nel 2008, solo uno realizzato
La legge Finanziaria del 2008 non prevedeva solo il Parco nazionale delle isole Egadi e del litorale trapanese. Ma un intero pacchetto, con i parchi delle Eolie, di Pantelleria e degli Iblei. Di questi quattro, in 18 anni, solo uno ha visto la luce: il Parco nazionale Isola di Pantelleria. «Per la facilità di perimetrazione – spiega il Wwf – ma anche per la volontà dell’ex sindaco, che ha fatto da motore». Ancora in corso ma impantanato, invece, l’iter per il Parco nazionale degli Iblei. Che ha incontrato l’ostilità dei sindaci dell’area, dando vita a un rimpallo – non ancora concluso – con la Regione. Non proprio una novità quando si parla di Parchi naturali. «Su cui insistono molti luoghi comuni, dalle limitazioni sull’economia alla perdita di potere decisionale – commenta Benedetto -. Per questo la nostra proposta prevede anche una campagna di formazione degli amministratori locali».
Dal bilancio del Parco al piano economico-sociale: gli strumenti del territorio
Negli strumenti di gestione di un Parco nazionale, gli enti locali sono coinvolti a vari livelli. Dal punto di vista amministrativo, il Parco prevede un presidente e due organi: il Consiglio direttivo e la Comunità del Parco. Se la presidenza – scelta dalla Regione su tre nomi proposti dal ministero – rappresenta spesso terreno di scontro politico, gli altri due fanno da contrappeso. Con 8 componenti del Consiglio – tra cui 4 rappresentanti degli enti locali – e la Comunità, che prevede la partecipazione di tutti gli enti territoriali competenti. I quali votano il bilancio preventivo e consultivo, danno parere sul piano del Parco, predisponendo anche il piano economico e sociale. «Serve una campana di comunicazione sulle opportunità che un Parco nazionale rappresenta e un processo formativo sui contenuti reali delle normativa – conclude Gaetano Benedetto – per predisporre al meglio il processo partecipativo».
La discussione della proposta dagli ambientalisti all’accademia
Proposte concrete e richieste, quelle del Wwf, avanzate al ministero dell’Ambiente, alla Regione Siciliana ed agli enti locali, e presentate in un incontro pubblico al museo regionale Agostino Pepoli di Trapani. Presente, per il Wwf, anche il delegato regionale Pietro Ciulla. Insieme alla responsabile
Biodiversità di Legambiente Sicilia Giulia Casamento; a Nino Provenza, coordinatore Lipu Sicilia; e a Silvana Piacentino, responsabile della riserva delle Saline di Trapani e Paceco. Coinvolto anche il mondo accademico, con i contributi di Francesco Torre, presidente del Consorzio universitario della provincia di Trapani, e i docenti di UniPa Gioacchino Fazio (Scienze economiche, aziendali e statistiche) e Nicola Romana (Diritto dei trasporti e del turismo).